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Economia
Patto di stabilità, per l'Italia stretta da 12,5 mld all'anno fino al 2031

Patto di stabilità, i conti in tasca all'Italia dopo l'accordo in Ue. Potrebbe costarci molto caro

L'Italia ha deciso di accettare il "compromesso sul Patto di stabilità". Ma cosa comporta questo accordo deciso da Francia e Germania e avvallato dal governo Meloni in termini concreti? Il think tank belga Bruegel, non certo un bastione euroscettico, - si legge su Il Fatto Quotidiano - ha di recente realizzato uno studio sugli impegni dei vari Paesi usando la Dsa della Commissione: per l’Italia la richiesta minima (sic) è un saldo primario strutturale del 3,7% del Pil entro la fine del piano di aggiustamento a 4 anni e del 3,3% in caso di piano a 7 anni. È a quest’ultimo che punta l’Italia (2025-2031), perché la traiettoria di discesa del deficit è meno ripida: in media d’anno, dicono gli economisti di Bruegel, servirà una stretta fiscale, di 0,6 punti di prodotto, circa 12,5 miliardi stando ai dati del 2024.

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Se il piano fosse a quattro anni, invece, - prosegue Il Fatto - la correzione media sarebbe dell’1,1%, oltre 23 miliardi l’anno, un'enormità: per questo il governo Meloni s’è assicurato che riforme e investimenti del Pnrr fossero rilevanti per l’allungamento del piano a sette anni. Tradotto: se va molto bene, l’Italia dovrà contrarre il suo bilancio di 3,3 punti di Pil in sette anni, che in soldi – ai prezzi del 2024 – fa 12 miliardi e mezzo all'anno in media, questo se la crescita e l’inflazione saranno quelle previste, cosa di cui c’è da dubitare. Si dice: comunque meglio del Patto precedente ed è vero, ma bisogna anche dire che quel Patto non l’ha mai rispettato alla lettera nessuno, a partire dalla Germania che fu la prima a violarlo vent'anni fa. A questo giro, però, le procedure correttive sono state rafforzate e rese semi-automatiche.

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