Economia
Patto stabilità, più tempo per pagare il debito. La nuova proposta dell'Ue
Presentato dalla Commissione europea il nuovo Patto di stabilità e crescita. Ecco che cosa cambia e quali sono le nuove regole
Patto di stabilità, come funzionano le sanzioni
Secondo la proposta di riforma del Patto di stabilità, in caso di mancato rispetto delle regole, potrà essere aperta una procedura per disavanzo eccessivo che può portare a sanzioni pecuniarie per un ammontare fino allo 0,05% del Pil. La somma andrà versata ogni sei mesi fino a quando il Consiglio non abbia accertato che lo Stato membro interessato si sia adeguato alle richieste Ue.
Inoltre, in ciascun periodo di sei mesi successivo a quello in cui è inflitta un'ammenda e fino all'abrogazione della decisione sull'esistenza di un disavanzo eccessivo, il Consiglio potrà valutare se lo Stato membro in questione abbia dato seguito effettivo alle richieste e potrà decidere di intensificare le sanzioni. L'importo cumulato delle sanzioni pecuniarie - in ogni caso - non supererà lo 0,5% del Pil.
Patto di stabilità, Dombrovskis: "Così l'Ue può ridurre i debiti"
“Dopo ampie consultazioni, abbiamo raggiunto un attento equilibrio dando ai Paesi una maggiore flessibilità e titolarità dei loro obiettivi fiscali a medio termine, pur ponendo in essere misure di salvaguardia per garantire trasparenza e parità di trattamento. Allo stesso tempo, stiamo intensificando l'applicazione della normativa in modo che i Paesi rispettino gli impegni assunti”. Lo ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, nella conferenza stampa di presentazione della proposta per la riforma del Patto di stabilità e crescita.
“In questo modo l'Ue può ridurre il debito pubblico, mantenerlo sostenibile, garantire finanze pubbliche sane e costruire una base solida per la nostra prosperità futura”, ha evidenziato. “Stiamo semplificando le regole, garantendo la sostenibilità del debito pubblico attraverso un aggiustamento fiscale graduale e realistico e sostenendo una crescita sostenibile e inclusiva”, ha precisato il vice presidente.
“Le nostre regole fiscali comuni dell'Ue risalgono agli anni '90 e da allora abbiamo resistito a importanti shock economici: dalla crisi economica e finanziaria globale, alla pandemia e alla guerra in Ucraina. Oggi ci troviamo di fronte a sfide e priorità economiche diverse e le nostre regole devono riflettere questi cambiamenti. Le proposte di oggi garantiranno una costante riduzione degli elevati livelli di debito pubblico e ci aiuteranno a soddisfare le nostre principali esigenze di riforma e investimento”, ha ricordato Dombrovskis.