Economia
Patuelli: "Le banche sono pronte nell'erogazione dei prestiti alle imprese"
Decreto Credito, in un'intervista all'Ansa anche il numero uno dell'Abi ribadisce le osservazioni della Procura di Milano e di Napoli sul rischio criminalità
In una intervista rilasciata oggi all’agenzia Ansa, il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ribadisce il massimo impegno dell’associazione nell’erogazione dei prestiti alle imprese con la garanzia pubblica prevista dalle misure del governo. Ma a fare accelerare i tempi, sottolinea il presidente dell’Abi, sarà "la concorrenza" con le imprese che si rivolgeranno agli istituti di credito che daranno risposte più rapide. E ribadendo l’impegno dell'associazione si dice d'accordo con il richiamo dei procuratori capo di Milano e Napoli Francesco Greco e Giovanni Melillo sui rischi della criminalità suggerendo modifiche in sede di conversione del decreto sulla liquidità in Parlamento. “E' possibile conciliare l'urgenza ad erogare credito invocata dalle imprese con il rispetto delle norme: nel decreto non ci sono deroghe o semplificazioni alle procedure bancarie e alle indicazioni della vigilanza. Se per la liquidità sotto i 25mila euro le modalità sono veloci, per i finanziamenti maggiori bisogna attendere che la Sace, cui il decreto ha assegnato nuovi compiti, metta a punto le procedure. So che stanno lavorando molto su questo nonostante siano impegni nuovi per loro e sono ottimista”. Ma, aggiunge, “innanzitutto bisogna attendere il via libera dell'Antitrust Ue cui è subordinata, come è scritto nel decreto, l'operatività delle misure. Sarà la concorrenza fra le banche a garantire che saranno accelerati i tempi. Le imprese sono quasi tutte multi affidatarie e si rivolgeranno a quegli istituti che daranno la maggiore velocità”. E, riferendosi ancora alle osservazioni dei procuratori di Milano e Napoli, il presidente dell'Abi risponde di aver letto e condiviso “quanto scritto dai due magistrati. La questione ha serie sfaccettature che non devono essere sottovalutate. Per questo, visto che nel decreto non ci sono deroghe alle procedure bancarie, in questo modo ci sono più responsabilità nella concessione della liquidità e di quanti debbono vegliare sui rischi di riciclaggio E di altri atti malavitosi. Penso che in sede di conversione del decreto in Parlamento possano essere inseriti dei miglioramenti tramite emendamenti su quanto sollevato dai due procuratori come ad esempio la presentazione del certificato antimafia degli imprenditori”.
Il numero uno di Abi ricorda inoltre nell’intervista all’Ansa come il decreto non sia un helicopter money ma una misura che garantisce la liquidità erogata attraverso il canale bancario secondo le procedure. “E' un provvedimento intelligente che punta a garantire la liquidità alle imprese senza gravare troppo sul bilancio dello Stato con meccanismi che il Mef pensa siano accettabili dall'Antitrust Ue. Ma è un provvedimento di un'Italia che ha un grande debito pubblico che dal 1967 non ha smesso di salire con tutti i governi”.