Economia
Pensioni, bocciata la legge Fornero. Si apre un buco da 5 miliardi
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma del decreto Salva Italia che prevede il blocco dell'adeguamento delle pensioni superiori a tre volte il minimo Inps maturate nel biennio 2012-13. E' quanto si legge in una sentenza della Consulta che ha "dichiarato l'illegittimita' costituzionale dell'art. 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201", il cosidetto decreto Salva Italia, varato dal governo Monti. Il provvedimento stabiliva che "in considerazione della contingente situazione finanziaria", la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, "e' riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps, nella misura del cento per cento". Per effetto di tale disposizione l'indicizzazione al 100 per cento si aveva solo per pensioni fino a tre volte il trattamento minimo Inps, "mentre le pensioni di importo superiore a tre volte il minimo non ricevono alcuna rivalutazione: il blocco integrale della perequazione opera, quindi, per le pensioni di importo superiore a euro 1.217,00 netti".
Secondo la Corte, "l'interesse dei pensionati, in particolar modo di quelli titolari di trattamenti previdenziali modesti, e' teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio. Risultano, dunque, intaccati i diritti fondamentali connessi al rapporto previdenziale, fondati su inequivocabili parametri costituzionali: la proporzionalita' del trattamento di quiescenza, inteso quale retribuzione differita (art. 36, primo comma, Cost.) e l'adeguatezza (art. 38, secondo comma, Cost.). Quest'ultimo - conclude la Consulta - e' da intendersi quale espressione certa, anche se non esplicita, del principio di solidarieta' di cui all'art. 2 Cost. e al contempo attuazione del principio di eguaglianza sostanziale di cui all'art. 3 della Costituzione". Da qui la decisione di considerare incostituzionale la norma.
"Dopo la vicenda degli esodati un altro clamoroso colpo alla legge Fornero: la sentenza della Corte Costituzionale conferma che la cosiddetta riforma non sta in piedi e che le norme vigenti vanno cambiate". Così Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, commenta la sentenza con cui oggi la Consulta ha bocciato l'articolo 24 del decreto legge 201/2014, che, per il 2012 e 2013, ha bloccato la perequazione dei trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo.
Per Lamonica "il governo sbaglia a non aprire urgentemente un confronto su come modificare la legge nel suo complesso, richiesta avanzata più volte unitariamente dai sindacati", ricorda. "Ora - conclude la dirigente sindacale - restituire subito il maltolto ai pensionati, a partire da quelli con assegni pari a tre volte il minimo".
"La Consulta ha sancito, come da sempre sostenuto dalla Uil e dalla Uil Pensionati, l'incostituzionalità del blocco della perequazione delle pensioni sopra tre volte il minimo, introdotto dalla Legge Monti/Fornero del 2011. È una sentenza che finalmente fa giustizia. Adesso il Governo Renzi restituisca il maltolto a milioni di pensionati". E' quanto si legge in una nota di Domenico Proietti, segretario confederale della Uil e di Romano Bellissima, segretario generale della Uil-Pensionati.