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Economia
Pensioni, nessuna svolta dal 2024. Il governo confermerà Quota 103

Gli ostacoli che non hanno permesso al governo di dare seguito alla promessa di introdurre Quota 41 per tutti a partire dal 2024 sono sempre gli stessi: le coperture finanziarie e il rispetto dei conti pubblici.

La conferma di Quota 103 permette di dormire sonni abbastanza tranquilli da questo punto di vista:

"Il rinnovo di Quota 103 a spanne costa circa 300 milioni nel 2024, 1,2 nel 2025, e circa 500 nel nel 2026. Il prossimo anno le uscite stimate sono circa 40mila e il doppio l’anno successivo. Non sono numeri in grado di mettere in pericolo i conti pubblici".

E Quota 41 per tutti è destinata a rimanere uno slogan da campagna elettorale? Durigon fa intendere che introdurla sarebbe possibile, ma in una versione riveduta e corretta:

"Dobbiamo partire da un concetto. Quello per il quale il metodo contributivo man man che passa il tempo ha una peso prevalente nella determinazione dell’assegno. Così, se si uscisse con 41 anni calcolati integralmente con la riforma Dini il pensionamento costerebbe solo un miliardo il primo anno e due il secondo anno. È una considerazione da tenere a mente in qualunque soluzione complessiva. Che deve contemporaneamente tenere presente la necessità di binario preferenziale per aiutare le donne. E del contratto espansivo che consente di far uscire prima i lavoratori anziani per far posto ai giovani. Su quest’ultimo la Lega si sta impegnando per migliorare le condizioni e per incentivarne l’uso nelle aziende".

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Tags:
pensioni riforma





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