Economia
"Pernigotti, quattro in corsa. Io sono in una cordata con una banca"
Piacenza, imprenditore citato dal ministro per le Politiche agricole Centinaio sulla crisi Pernigotti, fa il punto sulla vendita dello stabilimento di Novi
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
“Dalle 10 iniziali, sono rimaste in corsa quattro offerte per la reindustrializzazione del sito Pernigotti di Novi, fra cui ci sono anch’io che sono capofila di una cordata di cinque soggetti, di cui fanno parte anche una banca, che opera come partner finanziario e due imprenditori del cioccolato”. Riccardo Piacenza, il patron dell’omonimo gruppo tessile di Fubine Monferrato, in provincia di Alessandria, conosciuto per la maglieria in cachemire, imprenditore citato dal ministro per le Politiche agricole Gianmarco Centinaio sulla crisi della fabbrica ligure, fa il punto con Affaritaliani.it sulla vendita dell’impianto che dà lavoro ai 92 dipendenti per cui il 5 febbraio, dopo il coinvolgimento del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, sono scattati i 12 mesi di cassa integrazione straordinaria (in un primo momento la richiesta era per cessazione atività).
“Siamo in contatto con la Sernet Spa di Milano, advisor incaricato dalla proprietà dello storico marchio del cioccolato, i turchi Toksov, di selezionare le offerte per la vendita e siamo scesi in campo subito il 15 novembre, quando ancora il gruppo di Ankara non aveva chiuso tutte le porte a una cessione del marchio Pernigotti”, spiega Piacenza che nella sua cordata, oltre a una banca di cui, “come per gli altri soggetti, non può fare il nome per vincoli di riservatezza”, può contare sull’apporto anche di “altri due partner finanziari”.
“Ho fatto due tipi di proposte: una prima, in cui ho manifestato interesse sia per il marchio e sia società e una successiva, secondaria in cui invece mi sono detto disposto ad acquistare solo le attività industriali del gruppo”, aggiunge l’imprenditore piemontese. “O per problemi finanziari o per altro, delle 10 offerte iniziali la Sernet ne ha scartate fino ad ora sei, noi rientriamo fra le quattro cordate selezionate dall’advisor e dovremo incontrare i turchi di Toksov. Lo step successivo è previsto per il 20 marzo”, quando a Roma è in programma un incontro nel quale Sernet aggiornerà le aziende interessate sulle trattative in corso, spiega ancora Piacenza.
“Sono un imprenditore tessile e immobiliare e ho costituito da pochi mesi una società ad hoc per rilevare aziende in difficoltà”, conclude l’industriale alessandrino. Il motivo? “Piuttosto che crearne di nuovi, credo sia più facile riorganizzare i gruppi già dotati di un'organizzazione con dipendenti e con tutto l’entourage per funzionare immediatamente con le attività che in questo caso sono cioccolato, torrone e gelati”.
Nonostante operai e sindacati non volessero la separazione del marchio dalla fabbrica con la terziarizzazione della produzione scelta dalla proprietà, la strada della reindustrializzazione che si è aperta lascia delle prospettive per lo stabilimento Pernigotti di Novi Ligure. Per trovare l’acquirente finale c'è tempo fino a febbraio 2020, quando scadrà l’ammortizzatore sociale.