Economia
Pignataro, chi è il genio della matematica più ricco di Armani e Ferrari
Semisconosciuto fuori dal mondo dei grandi business, Pignataro è tra i finanzieri più importanti al mondo. Il ritratto del secondo uomo più ricco d'Italia
Ion Group, ecco chi è Andrea Pignataro. Il ritratto del secondo uomo più ricco d'Italia
Andrea Pignataro. Ai più, questo nome non dirà nulla. Eppure rappresenta una delle più grandi storie imprenditoriali italiane, proprietario di asset vicini ai 20 miliardi, con una ricchezza personale complessiva stimata in circa 29 miliardi di euro.
Basti pensare che l’intero patrimonio di Silvio Berlusconi, fondatore della prima televisione commerciale italiana, è valutato a meno di 6,5 miliardi, mentre quello di Giorgio Armani, indiscusso Re della moda e al terzo posto tra gli uomini più ricchi d’Italia secondo la classifica di Forbes 2024, si attesta “solo” a 11,3 miliardi di euro.
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Semisconosciuto fuori dal mondo dei grandi business, difficile trovare più di un paio di foto del suo volto, il "papà" di Ion Group (di cui parleremo a breve) non ama la vita mondana. Non va alle feste, né in quelle negli esclusivi e sfarzosi attici milanesi, né in quelle all’estero dove vengono invitati solo ed esclusivamente i più grandi, e soprattutto veri, Vip. E non ama neanche farsi intervistare.
Della sua vita privata si sanno poche cose: è nato nel 1970 a Bologna, vive attualmente a St. Moritz in Svizzera, possiede una casa a Milano in zona San Siro, è un grande appassionato di vela (stando alle indiscrezioni, sarebbe il proprietario di una delle imbarcazioni più grandi d'Europa), ama trascorrere le vacanze nell’isola della Maddalena (in Sardegna) oltre che, secondo fonti vicine, a Forte dei Marmi e possiede un aereo personale.
Si può quasi dire che per Pignataro la privacy sia un’ossessione. Un modo, forse, per ripararsi dal brusìo delle chiacchiere e potersi concentrare sui suoi numeri. Ma nel mondo dei soldi, quello della finanza, il suo è un nome più che altisonante. Non c’è direttore finanziario che non lo conosca e non ne sia intimorito, temendo di venire inghiottito da esso come le altre circa 30 mega-aziende finite nel portafoglio di Ion negli ultimi anni.
Ma di che cosa si occupa esattamente la sua “creatura”? Per certi versi Ion è un fondo d’investimento, ma oltre alle abnormi operazioni di acquisizione, nel quotidiano si occupa di fornire software alle istituzioni finanziarie, aziende, banche centrali e governi. In sintesi, si basa tutto sulla gestione dei dati attraverso i computer.
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Un'analisi delle cifre aggregate fornite in modo non ufficiale dal gruppo indica che i ricavi totali ammontano a circa 3 miliardi di euro, l'EBITDA è di 2,2 miliardi di euro e il debito raggiunge i 10 miliardi di euro. L'Italia rappresenta, secondo i bilanci di Cerved e Cedacri, un miliardo di euro di fatturato e 365 milioni di euro di EBITDA. Tuttavia, sembra che l'EBITDA relativo ai restanti 2 miliardi di ricavi al di fuori dell'Italia sia inferiore di circa 7-800 milioni di euro, ovvero intorno a un miliardo di euro.
Al momento, la società con sede a Londra può contare su clienti dal calibro di Amazon, Microsoft, Procter & Gamble e Daimler, oltre a circa il 30% delle banche centrali a livello mondiale. Risultati, questi, al di sopra di qualsiasi aspettativa, forse anche di Pignataro. Chissà se nel 1999, ancora in corsa per il PhD in matematica all’Imperial College di Londra, il genio dei numeri bolognese (così era considerato un po’ da tutti) avrebbe mai creduto di raggiungere tali orizzonti, invisibili per la stragrande maggioranza del genere umano, quando fondò la “sua” Ion.
“Venivo dal mondo della ricerca ed ero esterrefatto da quanto tempo fosse sprecato quotidianamente da persone sofisticate nel prendere decisioni in modo algoritmico: non c’erano automazione né software”, ha raccontato al Sole24Ore. “Questa sorpresa”, continua, “mi ha permesso di individuare un’esigenza di mercato allora non soddisfatta. In più ero determinato a non sprecare il mio tempo in attività che avrebbe dovuto fare, invece, un programma informatico. Questi due elementi sono alla base della scelta di fondare Ion”.
Tornando al presente, il gruppo, solo negli ultimi tre anni, ha investito oltre 5 miliardi di euro. Tra le sue “proprietà”, si può annoverare il 9,8 per cento della Illimity (circa 80 milioni di euro), la banca di Corrado Passera, e il 2 per cento della senese Banca Montepaschi (circa 50 milioni di investimento). Inoltre, è entrato con il 9,9 per cento nel Fondo strategico italiano guidato da Maurizio Tamagnini, nella Cassa di Volterra e nella Macron, azienda bolognese di abbigliamento sportivo.
Non solo. C'è stato poi il tentativo con Prelios, la "vecchia" Pirelli Real Estate, società controllata dal fondo Davidson Kempner specializzata nella gestione di asset alternativi, nel servicing e nei servizi immobiliari, il cui valore dell'operazione è di 1,35 miliardi di euro. Il tutto, però, è stato bloccato dal governo attraverso l’altolà del golden power, adducendo interessi nazionali. Strano, perché quando la stessa Ion acquisì Cedarcri e Ion - che pure hanno in pancia i dati di tutte le aziende italiane - nessuno ha alzato un dito. Fortuna che ora il nodo, stando alle ultime indiscrezioni, potrebbe sciogliersi molto presto grazie a una persona. Tra gli “amici”, infatti, di Pignataro spunta Fabrizio Palenzona, a capo della Fondazione Crt, il quale è, guarda caso, anche presidente proprio di Prelios.
Una combinazione, questa, che potrebbe far comodo al “boss” della gestione dei dati finanziari. Tra l’altro, secondo Dagospia, Palenzona sarebbe addirittura andato qualche giorno in vacanza presso la mega-villa di Pignataro sull’isola di Canouan, nell’arcipelago caraibico delle Grenadine. Chissà che non abbiano parlato proprio di questo…
E così, nel misterioso mondo della finanza, Andrea Pignataro emerge come un personaggio enigmatico e come vice-uomo più ricco d’Italia, con il potere di sfidare anche i più grandi nomi del panorama imprenditoriale europeo e, perché no, mondiale. Con il suo amore per la privacy e il suo genio matematico, sembra destinato a navigare verso orizzonti ancora più audaci. Chissà quali nuove avventure lo attendono, tra una vela e un aereo personale…