Economia
Pil negativo già nel terzo trimestre. Si ferma la domanda interna
L'Istat rivede al ribasso il dato preliminare: primo calo del Pil dopo 14 trimestri
L'Istat rivede al ribasso la valutazione preliminare del Pil del terzo trimestre e indica una diminuzione congiunturale dello 0,1% rispetto alla variazione nulla della stima precedente. Si tratta, rileva l'Istituto, del primo calo dell'attivita' economica dopo un periodo di espansione protrattosi per 14 trimestri.
Secondo i conti economici trimestrali diffusi dall'Istat, nel terzo trimestre il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, e' diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed e' aumentato dello 0,7% nei confronti del terzo trimestre del 2017 (era 0,8% nella stima preliminare).
L'Istat precisa che il terzo trimestre del 2018 ha avuto due giornate lavorative in piu' del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre del 2017. La variazione acquisita per il 2018 e' pari a +0,9 per cento.
"La flessione, che segue una fase di progressivo rallentamento della crescita" commenta l'Istat "e' dovuta essenzialmente alla contrazione della domanda interna, causata dal sovrapporsi di un lieve calo dei consumi e di un netto calo degli investimenti, mentre l'incremento delle esportazioni, pur contenuto, ha favorito la tenuta della componente estera".
Nel dettaglio, rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano diminuzioni, con una riduzione dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dell'1,1% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute rispettivamente dello 0,8% e dell'1,1 per cento.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,3 punti percentuali alla crescita del Pil, con un contributo nullo per i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP) e per la spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP) e negativo per 0,2 punti percentuali per gli investimenti fissi lordi.
La variazione delle scorte ha fornito un contribuito nullo alla variazione del Pil, mentre l'apporto della domanda estera netta e' risultato positivo per 0,1 punti percentuali. Dal lato dell'offerta di beni e servizi, si registra un andamento congiunturale positivo soltanto per il valore aggiunto dell'agricoltura, cresciuto dell'1,6%, mentre quelli dell'industria e dei servizi sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,1% e dello 0,2%. L'input di lavoro, sottolinea l'istituto, e' aumentato, nonostante l'andamento negativo dell'attivita': le ore lavorate sono cresciute dello 0,5% e le unita' di lavoro dello 0,1 per cento.