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Economia
Pnrr, 1200 gare deserte: cantieri edilizi svuotati dalla beffa del Superbonus

Pnrr, mancano operai nei cantieri e le materie prime costano il triplo. Ecco perchè è tutto fermo

Il governo Meloni è a caccia di risorse per finanziare la manovra. Ma trovare quei fondi non è affatto facile, le casse sono vuote e la premier rischia di non riuscire a mantenere molte delle promesse fatte in campagna elettorale. Tra le cause principali di queste difficoltà ci ci sono due questioni che viaggiano parallele, il Superbonus e il Pnrr. Un danno collaterale, un effetto "altamente pernicioso" per usare le parole del ministro Giorgetti: i lavori sull'edilizia residenziale finanziati dal 110%, e ancor più oggi che i cantieri - si legge sul Corriere della Sera - hanno scadenze impellenti, stanno facendo concorrenza e mettendo in crisi le opere pubbliche del Pnrr, ma anche la ricostruzione nelle aree colpite dai terremoti negli anni passati. Un effetto spiazzamento.

Le imprese disposte a fare i lavori sono sempre meno, nonostante la domanda straordinaria, la manodopera è diventata difficilissima da trovare, sempre meno imprese partecipano ai bandi e le gare deserte, di cui parla sempre più spesso il ministro dell’Economia, stanno crescendo a ritmo altissimo. Secondo la Banca dati nazionale dei contratti pubblici dell’Anac, l’Autorità anticorruzione che monitora la correttezza degli appalti, nell’ultimo anno sono salite a 1.274 le gare che sono andate deserte, o che non sono state aggiudicate per offerte irregolari oppure incongrue. Settecento solo negli ultimi cinque mesi, per un valore complessivo di 1 miliardo e 503 milioni di euro.

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Sono quasi 900 milioni di euro di lavori pubblici che - prosegue Il Corriere - non hanno trovato imprese disposte ad eseguirli, neanche ai nuovi prezzi, aumentati di circa il 20%, neanche con le procedure negoziate o gli affidamenti diretti. "Nei grandi lavori la concorrenza del 110% non c’è, le imprese sono diverse, ma c’è comunque un grave problema di manodopera nei cantieri" spiega un alto dirigente del gruppo Fs. "Quasi pirateria. Squadrette di cottimisti che spariscono da un giorno all’altro per eseguire altri lavori", aggiunge. Ad alcune gare di appalto, ci spiega, oggi partecipano due o tre imprese, quando prima erano in venti. E di conseguenza pure i ribassi d’asta sono molto ridotti, se non inesistenti". Tra il 2019 e il 2022, con il 110%, sono state create 20 mila nuove imprese edili, con 237 mila nuovi posti di lavoro stabili. Nel 2023, però, secondo i dati di Unioncamere, sono già morte 7 mila aziende del settore.

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