Economia

Popolare di Bari:altro che buco di bilancio,c'è una voragine di almeno 400 mln

Fabio Pavesi

Per ripristinare i requisiti patrimoniali persi con il rosso da oltre 400 milioni del 2018 e per rimettere in pista la banca commissariata serviranno 1,4 mld

Che il buco nascosto finora nei conti della Popolare di Bari fosse grande nessuno ne dubitava, ma ora arriva la conferma più drammatica. Più che un buco siamo di fronte a una voragine che potrà essere di almeno 400 milioni nei conti sotto commissariamento di fine 2019. Il Consiglio del Fondo interbancario di tutela dei depositi ieri ha messo le cifre nero su bianco. Per ripristinare i requisiti patrimoniali persi con il rosso da oltre 400 milioni del 2018 e per rimettere in pista la banca commissariata serviranno 1,4 miliardi di euro. 310 milioni da mettere subito in coincidenza con la prossima chiusura del bilancio 2019, poi altri 390 nel corso del 2020 via aumento di capitale.

Qui ci penserà il Fondo interbancario, il consorzio del sistema bancario italiano per la parte privata. Poi arriveranno gli altri 700 milioni via Invitalia tramite il Mediocredito Centrale per la parte pubblica. Fin qui la cronaca. Certo è che la situazione che si sono trovati di fronte i commissari straordinari, dopo decenni di banca padronale gestita dalla famiglia Jacobini, deve essere stata particolarmente grave per suggerire un intervento tanto massiccio. Ovviamente si vuole cambiare pagina radicalmente e il processo partirà dalla cessione di tutti i 2 miliardi di crediti malati in pancia alla banca pugliese. Processo che se mira a pulire del tutto la zavorra dei crediti inesigibili avrà un costo pesante a livello patrimoniale.

Il vulnus della banca stava da anni sullo scarso livello di accantonamenti a fronteggiare la montagna di crediti avariati che giova ricordare valgono tuttora il 25% dell’intero portafoglio crediti. Un livello che si è riscontrato in tutte le crisi bancarie pre-crac. Ebbene la popolare barese svalutava sofferenze e incagli al 39% del loro valore lordo, quando la media del sistema bancario viaggia intorno al 50% di rettifiche. Dieci punti percentuali in meno che vogliono dire almeno 200 milioni di perdite secche. E questo solo per riportare la Bari su tassi di copertura corretti. In più il processo di cessione porterà inevitabilmente nuove perdite. Si può già fin d’ora ipotizzare che nella rigorosa pulizia di bilancio che apporteranno i commissari nei conti di fine anno l’intero patrimonio netto della banca finirà per essere eroso.

Sono poco più di 400 milioni che verranno di fatto azzerati dalle perdite prevedibili per il 2019 che replicheranno con ogni probabilità il buco del 2018. Bari si ritroverà senza più patrimonio. Ecco perché quei 310 milioni che il Fondo ha deliberato come prima urgente necessità andranno immessi quanto prima nelle casse della banca. Un tampone tanto necessario, quanto urgente. Poi andranno ripristinati i coefficienti patrimoniali dato che con la perdita di 73 milioni del primo semestre di quest’anno il cosiddetto Cet1 ratio cioè il capitale di base rapportato al portafoglio ponderato per il rischio era sceso a giugno a quota 6,2%. Andrà riportato almeno al 10%. E per questo occorreranno gli altri 390 milioni del Fondo cui si aggiungeranno i 700 milioni via Mcc.