Economia
Popolare di Bari, Sileoni (Fabi): "Stop a manovre politiche sulle nomine"
"Sento puzza di bruciato. Come se non fosse accaduto nulla, alla Popolare di Bari, si stanno rivitalizzando, nell'ombra, i vecchi meccanismi di controllo della politica partitica sulla banca". Lo stallo sulle nomine alla banca pugliese spingono il segretario generale del sindacato Fabi, Lando Sileoni a capo della maggiore sigla di rappresentanza fra i lavoratori del credito, a lanciare un appello pubblico "all'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, all'amministratore delegato del Mediocredito Centrale, Bernardo Mattarella, al governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri affinche', nelle loro rispettive competenze" affinché "intervengano tempestivamente per riportare ordine e trasparenza".
Sileoni dopo la revoca della convocazione dell'assemblea della banca che avrebbe dovuto nominare il nuovo Cda e collegio sindacale chiudendo cosi' il commissariamento, osserva che "dietro lo stallo al vertice del gruppo si nascondono anche manovre di mero stampo politico che devono finire immediatamente". Il segretario della Fabi denuncia quindi una situazione preoccupante: "Si susseguono cene e incontri con la presenza di personaggi che hanno recentemente affossato il gruppo bancario".
Sileoni aggiunge che "alcuni centri di potere locale si muovono per impadronirsi della banca, a danno della professionalita', dei territori, delle lavoratici e dei lavoratori bancari oltre che della clientela". Il segretario del sindacato di maggiore rappresentanza tra i bancari aggiunge che "se non termineranno immediatamente questi giochetti, denunceremo tutto, con un dossier pubblico" da inviare alla Vigilanza Bce.