PopVicenza, ad Atlante il 90% dell'aumento. E ora Intesa trema su Veneto Banca
Un autentico flop. Scottato dal bail-in delle quattro banche salvate e dalla gestione scandalo nell'era Zonin, i soci e il mercato non ne vogliono sapere di sborsare un euro per sottoscrivere l'aumento di capitale. Così il Fondo Atlante dovrà sobbarcarsi una quota di inoptato dell'aumento di capitale di Banca Popolare di Vicenza superiore al 90% della ricapitalizzazione da complessivi 1,5 miliardi. Il fondo, che ha 4,25 miliardi, come previsto dalla politica d'investimento non sottoscrive più del 75% di una singola operazione a meno che non sia necessario al fine del buon esito della stessa e, quindi, dovrà sborsare circa 1,35 miliardi. Un esito che sta contribuendo a terremotare i titoli bancari in Borsa e che fa discutere e trarre le logiche conclusioni quanti avevano avvertito una certa tensione dei vertici di uniCredit prima del varo dell'operazione di mercato. Ora, commentano alcuni operatori, sarà da osservare la linea che terrà Banca Intesa, gruppo che dovrà seguire l'aumento di capitale dell'altra banca nordestina finita nell'occhio del ciclone e che ha sempre detto di non voler bussare alla porta di Atlante per l'operazione.
Intanto in Borsa, le forti vendite stanno caratterizzando la seduta dei bancari. Unicredit -5,05%, Banco Popolare -4,61%, Banca Popolare Romagna -4,32%, Ubi Banca -4,31%, Banca Popolare di Milano -4,01%, Mps -3,67%. "Ad un contesto negativo per le banche in Europa (-2,5% lo Stoxx, ndr) si aggiungono anche le indiscrezioni sulle scarse adesioni raccolte dall'offerta della Banca Popolare di Vicenza", ha sottolineato infatti un operatore. In conferenza stampa di presentazione del proprio lancio ufficiale, il fondo Atlante, nato per assicurare il successo degli aumenti di capitale delle banche italiane piu' fragili e acquistare sofferenze, promosso da Quaestio Capital Management Sgr, ha raccolto, alla data di chiusura di ieri 28 aprile, 4,249 miliardi di euro. Gli investitori sono 67 tra istituzioni italiane ed estere che includono banche, compagnie di assicurazioni, fondazioni bancarie e Cassa depositi e prestiti. Nel corso della conferenza stampa di presentazione del fondo e' emerso che la quota del singolo partecipante in nessun caso puo' essere superiore al 20% delle dimensioni del fondo.
La durata del fondo e' di 5 anni, piu' tre anni rinnovabili di anno in anno, ma potrebbe essere riaperto con la modifica del regolamento che richiede l'assenso del 66,6% delle quote degli investitori. Il periodo di investimento e' di 18 mesi, estendibile per altri 6 mesi per concludere operazioni gia' in corso. Fino al 70% del fondo puo' essere investito in banche con ratio patrimoniali inferiori ai minimi stabiliti nell'ambito dello Srep e che quindi realizzino, su richiesta della Consob, interventi di rafforzamento patrimoniale mediante aumento di capitale.
Dopo il 30 giugno 2017 tutta la quota del fondo non investita in banche potra' essere investita in non performing loan. Atlante non potra' sottoscrivere piu' del 75% di una singola emissione a meno che non sia necessaria ai fini del buon esito dell'operazione. Sono comunque esclusi investimenti che comportino l'obbligo di opa. Per valorizzare la partecipazione e accelerarne la dismissione, il fondo puo' stipulare partnership e/o co-investimenti con altri investitori e/o istituzioni finanziarie, nonche' promuovere operazioni straordinarie. Sempre al fine di valorizzare la partecipazione, Atlante potra' investire sia in equity della banca che nella ristrutturazione dei Npl. Comunque la ristrutturazione/rilancio delle banche in cui il fondo investe e la velocita' di uscita sono la chiave del successo del fondo.
"Prima usciamo dagli investimenti meglio e'", ha affermato Alessandro Penati, presidente di Quaestio Sgr, durante la presentazione del fondo. Il fondo potra' investire con una leva massima del 110%. Quaestio avra' una commissione pari allo 0,07% annuo, mentre la banca depositaria, Rbc Investor, una commissione dello 0,0125% annuo. L'obiettivo finanziario e' un rendimento di circa il 6% annuo, anche se "credo che il rendimento sara' piu' alto del 6%", ha detto Penati. "Il fondo deve essere redditizio altrimenti invece di innescare un circolo virtuoso, rischia di innescare un circolo vizioso", ha precisato il presidente di Quaestio.
"Il principio fondamentale del fondo e' l'indipendenza del management della Sgr da azionisti e investitori", ha spiegato l'amministratore delegato di Quaestio Capital Management Sgr, Paolo Petrignani, precisando che le decisioni di investimento prese dalla Sgr per il fondo sono soggette a parere preventivo non vincolante del comitato degli investitori, composto da nove membri ed eletto dall'assemblea degli investitori con il meccanismo del voto di lista. "Atlante e' un fondo di mercato che va gestito in modo redditizio, altrimenti invece di innescare un circolo virtuoso inneschiamo un circolo vizioso", ha aggiunto Penati. Qualsiasi investimento, ha specificato, deve essere basato sul metodo, in quanto e' un fondo di ristrutturazione con il fine di valorizzare la partecipazione e accelerarne la dismissione.