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Economia
Prezzi, governo contro l'algoritmo del caro voli. A rischio decine di rotte

Caro voli, il governo dice basta all'algoritmo. Ma le compagnie potrebbero chiudere diverse rotte

Nel decreto legge che approderà lunedì in consiglio dei ministri è previsto anche una misura contro il caro-voli. Nella bozza del dl, visionata dall'AGI, c'è un articolo sulle pratiche commerciali scorrette relative ai prezzi praticati su voli nazionali per le isole. "La fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aree, modulata in relazione al tempo della prenotazione, è vietata se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni:

a) è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole; b) avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stat

o di emergenza nazionale;

c) conduce ad un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200 per cento superiore alla tariffa media del volo".    

Per queste rotte è altresì considerata pratica commerciale scorretta "l’utilizzo di procedure automatizzate di determinazione delle tariffe basate su attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni, quando esso comporti un pregiudizio economico per l’utente".

Come racconta la Stampa, si tratta di una sorta di guerra contro l'algoritmo che fa schizzare verso l’alto i prezzi dei biglietti aerei.  "L'algoritmo, ha aggiunto ancora Urso, «non solo si adatta secondo la richiesta ma per giunta lascia liberi dei posti per un’asta finale e questa è una distorsione che sarà censurata, resa impossibile da una norma che metteremo nel prossimo decreto legge».  

Ma, sempre secondo la Stampa, "c’è grande attenzione alla vicenda. Soprattutto perché, spiegano le stesse fonti, se dovesse concretizzarsi la stretta del governo, molte compagnie, seguendo proprio quelle logiche di mercato oggi sotto accusa, potrebbero decidere di ritirarsi da alcune rotte. Eventualità molto rischiosa perché lasciando certe rotte in mano a poche compagnie - quelle considerate non low cost - in un regime di minore concorrenza queste ultime potrebbero decidere non solo di non abbassare di prezzi, ma addirittura di alzarli. C’è quindi poca fiducia nel governo, ritenuto colpevole di una limitata capacità di comprensione dei meccanismi di definizione dei prezzi".

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