Economia
Profumo entra nella partita Stx-Naval.Benedizione M5S per Fincantieri-Leonardo
L’Italia prova finalmente a fare sistema e a riequilibrare i pesi all’interno del futuro “Airbus dei mari”. Gli utili si fanno con le navi militari
Macron ha poi proposto di allargare anche al business militare l’accordo, conscio del fatto che se Fincantieri è forte nella cantieristica civile, non lo è altrettanto in ambito militare (a differenza di Naval Group, gruppo controllato per due terzi dallo stato francese e per un terzo da Thales). Qui, si vocifera negli ambienti finanziari della City milanese, Profumo ha fiutato il “trappolone” e ha iniziato ad attivarsi perché Leonardo entrasse in partita, trovando una sponda importante all’interno del governo da parte del M5S.
I grillini, secondo alcuni rumors, vedrebbero di buon occhio un rafforzamento industriale della collaborazione e, perché no anche un'integrazione fra Fincantieri e Leonardo in modo che, insieme, raggiungano dimensioni e caratteristiche più simili a quelle di Naval Group che industrialmente svolge sia attività di cantieristica (come Fincantieri) sia quelle di sistemista (come Leonardo). Insomma, gettare le basi per una partita alla pari con Parigi.
Leonardo, del resto, si occupa di sistemi di difesa e combattimento a bordo nave tramite Orizzonte, joint-venture tra Leonardo (49%) e la stessa Fincantieri (51%) che progetta e costruisce navi militari dalle corvette, alle fregate, fino alle portaerei. Proprio Orizzonte, tramite Società Horizon Sas partecipa già al Programma Orizzonte, nato inizialmente come progetto di difesa comune tra Gran Bretagna, Francia e Italia e che dopo l’uscita del Regno Unito si è focalizzato nella realizzazione della classe Fremm (Fregata europea multi missione), un business da 11 miliardi di euro spartito tra Fincantieri-Leonardo da parte italiana e Naval Group-Thales da parte francese.
Delle 21 navi della classe Fremm (11 francesi, costruite da Naval Group, e 10 italiane, costruite da Fincantieri) sono istallati cannoni Oto Melara (gruppo Leonardo), lanciamissili Sylver (costruiti da Naval Group) e radar Selex (altra controllata di Leonardo). Proposte senza successo all’Australia (9 fregate per un controvalore di 23,5 miliardi di euro), le Fremm sono attualmente in fase di valutazione da parte degli Stati Uniti (20 fregate del valore atteso di 800-950 milioni di dollari l’una), Canada (15 fregate, valore della commessa 40 miliardi) e Brasile (5 navi per 2,5 miliardi di dollari).
Un business ricco, dunque, che rischierebbe di finire in mani prevalentemente francesi se la trattativa tra Francia e Italia si giocasse solo tra Stx-Naval Group/Thales e Fincantieri. Bene fa, dunque, Alessandro Profumo a cercare di sfruttare l’occasione e la ritrovata voglia del governo italiano di essere un protagonista non passivo di alleanze internazionali. Anche perché, a dirla tutta, il business militare ha margini decisamente più elevati di quelli della cantieristica da crociare civile.
Costruire “grandi e splendide navi” purtroppo è un business molto più maturo che quello automobilistico, con un problema di sovracapacità produttiva almeno 10 volte più grande e se Fincantieri può legittimamente sperare di imitare la strategia seguita da Fiat con Chrysler e crescere di peso approfittando della debolezza di un concorrente, riuscire a “fare sistema” da parte di due società come Fincantieri e Leonardo ha certamente un valore ancora superiore.
Luca Spoldi