Economia

Quando terminerà il sistema di “maggior tutela” per energia e gas?

Paolo Brambilla - Consilium Impresa e Famiglia

Intervista a Massimo Bello, founder di wekiwi.it e presidente di Aiget

Nel 2018 avrebbe dovuto cessare il sistema di "maggior tutela” per energia e gas, a favore di una totale liberalizzazione del mercato. Ma la decisione continua a slittare, si parla ormai del 2019. Il governo italiano nel 2014 aveva stabilito che a giugno 2018 avrebbe dovuto essere abolita la maggior tutela, con la motivazione ufficiale che questa contrasta con le norme europee contro le tariffe amministrate. Ma le indicazioni Ue riguardano unicamente le tariffe amministrate in presenza di agevolazioni da parte dello Stato: non è questo il caso. 

 

SI PUO' PARLARE DI CONCORRENZA NELL'ENERGIA?

 

Il mercato di maggior tutela italiano non prevede alcun intervento statale ed era stato a suo tempo addirittura riconosciuto dalla Commissione Ue per l’Energia una best practice nel Mercato europeo. Viste queste posizioni, sostenute da alcune associazioni consumeristiche, il momento attuale non sembra dei migliori per parlare di concorrenza nell’energia. Ancor di più nelle ultime settimane si è acceso il dibattito sulla fine del regime di maggior tutela ovvero delle condizioni di fornitura riservate a quei clienti che non hanno mai cambiato fornitore e sono rimasti con il proprio fornitore storico (oggi circa 20 milioni di famiglie in Italia).

 

LA POSIZIONE DELL'EUROPA


Come dicevamo l’Europa da tempo auspica la fine delle tariffe regolate per aprire alla concorrenza, ma in Italia è cresciuta la paura che l’apertura al mercato possa penalizzare il consumatore. Dunque il DDL Concorrenza, il cui iter parlamentare è ancora in corso, presenta continui slittamenti sulla fine della tutela, che oggi pare debba avvenire a giugno 2019. Un paio di mesi fa Paolo Landi, presidente della Fondazione Consumo sostenibile, dichiarava che “ liberalizzazione dovrebbe significare maggiore concorrenzialità, ma in Italia c’è un oligopolio di quattro o cinque imprese che si dividono l’85% del territorio. Nelle singole aree, poi, assistiamo a veri e propri monopoli”. 

 

IL PARERE DI MASSIMO BELLO DI WEKIWI


"Le paure non sono però fondate", sostiene Massimo Bello, founder di wekiwi.it e presidente di Aiget (l’associazione dei fornitori di energia e gas nuovi entranti nel mercato italiano) “occorrerebbe temere la scomparsa del mercato e non la sua diffusione. Se esaminiamo la bolletta dell’energia notiamo che negli ultimi 5 anni l’unica voce che ha mostrato un calo è proprio la componente energia. Tutte le altre voci (oneri generali di sistema, trasporto, iva, costi di distribuzione, etc…) sono cresciute. Questo significa che senza mercato non c’è un freno all’abitudine italiana di sovraccaricare la bolletta di oneri di vario tipo che non sempre hanno a che fare con la fornitura di energia. Basti pensare che da circa un anno in bolletta c’è finito anche il canone RAI. La concorrenza che c’è per la sola componente energia fa in modo di calmierare l’incremento almeno di quella voce della bolletta, che oggi rappresenta circa la metà del totale della bolletta”.

 

CHI RISPARMIA CON LA LIBERALIZZAZIONE?


“Chi risparmia con la liberalizzazione?” si chiede il Sole 24 Ore. “A chi conviene? Dipende dai casi. In genere, se la tendenza del mercato parla di rincari, allora i prezzi fissi del mercato libero possono rivelarsi più convenienti rispetto a quelli aggiornati dall’Autorità dell’energia”. Insomma a volte chi è nella maggior tutela ha tariffe più convenienti, a volte no.

 

DA MAGGIOR TUTELA A TUTELA SIMILE


“I continui slittamenti della data di fine della tutela” continua Massimo Bello di Wekiwi “non tutelano i consumatori. Infatti già da tempo i consumatori possono risparmiare rispetto alla maggior tutela, rivolgendosi per esempio alle offerte di fornitura presenti sul web oppure avvalendosi delle offerte di Tutela Simile. Se la vera priorità è far risparmiare i clienti finali, perché non si sta pubblicizzando la Tutela Simile che già presenta sconti sicuri rispetto alla maggior tutela? Un dato che ci preoccupa è che prorogando la tutela si finisce per favorire, magari involontariamente, i fornitori storici. Infatti oggi il 67% dei clienti che passano dal mercato tutelato a quello libero lo fanno passando ad altra società dello stesso gruppo societario”.

 
TROPPO AGGRESSIVA L'AZIONE COMMERCIALE DEI CALL CENTER

 
Certamente un aspetto rilevante che scoraggia i clienti ad avvicinarsi al mercato libero è anche l’aggressiva azione commerciale svolta dai call center o dai venditori porta a porta, come più volte raccontato da trasmissioni quali Le Iene o Striscia la Notizia. I consumatori temono sempre di incorrere in contratti poco chiari e in condizioni di fornitura non trasparenti.


“Il problema è reale, ma fanno uso dei call center sia fornitori tradizionali, sia fornitori nuovi entranti e tutti hanno interesse a migliorare gli standard di qualità degli intermediari” conclude Massimo Bello. “Allontanare la fine della tutela non può che aggravare questo fenomeno perché se il mercato si restringe la pressione commerciale aumenta: un mercato più libero consentirebbe anche di impostare strategie di contatto differenziate, servizi aggiuntivi, etc… 

Nel nostro piccolo wekiwi.it ha sviluppato una proposta 100% digital, che si avvale di strumenti web e che elimina il problema delle fatture stimate grazie alla Carica mensile, che il cliente sceglie da sé. Grazie al web riusciamo a ridurre i costi del servizio e a posizionarci a livelli molto competitivi. Affinché si prosegua con gli investimenti, con nuove proposte e nuove logiche d’offerta occorre una maggiore apertura del mercato. E ne beneficeranno anche gli utenti finali”.