Economia
Rai, Campo Dall'Orto: "Resto al mio posto"
E il ministro per lo Sviluppo Carlo Calenda apre sul tetto dei compensi Rai alle star
Nessune dimissioni. Prima il caso del tetto ai compensi delle star Rai contro cui si era apertamente schierato opponendosi ai desiderata del governo. Poi la bomba Report prima sul caso dell'Unità, Benigni e poi sui vaccini che ha provocato molti fastidi all'esecutivo e ad ambienti della maggioranza (soprattutto Dem).
onostante il bombardamento vada avanti da settimane, Antonio Campo Dall'Orto resta al suo posto. Non si dimette. Lo ha fatto sapere lo stesso manager sgomberando il campo dalle insinuazioni che si rincorrono ormai da giorni. "Finché ci sono le condizioni per portare avanti il mio progetto io vado avanti", ha sottolineato Campo Dall'Orto, rispondendo ad una domanda sulle indiscrezioni sul suo futuro in Rai a margine della presentazione del palinsesto del Giro d'Italia.
Il dg Rai ha spiegato poi che non ha intenzione di recedere dal suo progetto di "trasformare l'azienda, sempre nell'ambito del servizio pubblico" e quindi "vado avanti" in questo progetto da costruire. Il manager ha annunciato anche di aver ricevuto "la lettera del sottosegretario Giacomelli che a una prima lettura mi pare possa portare a una soluzione positiva della vicenda del tetto ai compensi degli artisti. Ma chiaramente occorrerà una valutazione del Cda, che avverrà nella prossima seduta del Consiglio".
Dunque, un punto a suo favore. Campo Dall'Orto è finito da mesi nel mirino dei renziani, che non gli fanno più sconti su nulla. Renzi, che avrà voce in capitolo dopo esser eventualmente rieletto segretario Pd, si trova di fronte al bivio: non fermare il cannoneggiamento, con la prospettiva di andare in campagna elettorale con il numero uno Rai sempre più schiacciato sui grillini, oppure riaprire un canale di dialogo. Ed è quello che i fiorentini del giro stretto scommettono che il leader Pd farà a maggio insieme ad altre gatte da pelare. "I problemi sono molti, i rapporti tra lui e Matteo non sono mai stati così tesi, ma una sfiducia avrebbe troppi contraccolpi con i 5Stelle", ammette un dirigente del cerchio stretto renziano.