Economia
Record dell'oro: 1.944,71 dollari. Superato anche il massimo del 2011
Tensioni Usa-Cina, chiuso il consolato americano a Chengdu
Oro: record di 1.944,71 dollari l'oncia, pesa economia - I timori sull'economia mondiale, tra le tensioni Usa-Cina e le conseguenze della pandemia del Covid-19, spingono l'Oro, uno dei beni rifugio per eccellenza, ai massimi storici a fronte del dollaro sceso al livello piu' basso da oltre un anno a questa parte tra tassi reali Usa negativi e le attese di una politica monetaria accomodante da parte della Fed, il cui board si riunisce in settimana: l'Oro segna la quotazione spot di 1.944,71 dollari l'oncia, superando il precedente massimo storico di 1.921,17 raggiunto nel 2011.
Euro: apre in rialzo e s'impenna sopra 1,17 dollari - L'euro apre in rialzo e s'impenna sopra 1,17 dollari, al top da 22 mesi. La moneta europea passa di mano a 1,1705, dopo un massimo di 1,1725 dollari ed e' in calo sullo yen a quota 123,65. Dollaro/yen ai minimi da 4 mesi a 105,60. Sterlina sopra 1,28 sul biglietto verde. Il rialzo della divisa nipponica, una moneta considerata bene rifugio, e' legato ai timori per le tensioni Usa-Cina e a quelli per l'aumento costante del coronavirus a livello globale. L'euro invece e' in rally sul biglietto verde dall'annuncio dell'accordo europeo sul Recovery Fund. Gli investitori puntano sulla moneta europea perche' percepiscono l'area euro come piu' sicura degli Stati Uniti.
Cina: rappresaglia di Pechino, chiuso consolato Usa a Chengdu - Gli Stati Uniti hanno chiuso il Consolato Generale a Chengdu, nel sud-ovest della Cina, dopo l'ordine ricevuto da Pechino venerdi' scorso, in ritorsione per la chiusura del consolato cinese a Houston, in Texas, su timori di spionaggio. La chiusura della sede diplomatica Usa e' avvenuta alle 10 del mattino di oggi, le 4 ora italiana, a 72 ore esatte dalla notifica di cessazione di tutte le attivita' e degli eventi inviata dal Ministero degli Esteri cinese all'Ambasciata statunitense. Le autorita' cinesi hanno preso possesso dell'edificio entrando dall'ingresso principale, ha confermato la diplomazia di Pechino. Gia' dalla mattina l'area e' stata sottoposta a restrizioni di accesso e circondata dalle forze dell'ordine.
La bandiera degli Stati Uniti e' stata ammainata alle 6.18, poco dopo la mezzanotte italiana, dopo che nel fine settimana erano cominciati i lavori di rimozione delle insegne e di svuotamento degli uffici. Molti cittadini cinesi negli ultimi giorni si sono fatti fotografare o hanno posato per farsi un selfie di fronte all'edificio sventolando la bandiera cinese. La chiusura del consolato Usa a Chengdu segna l'ultimo capitolo di un rapido deterioramento delle relazioni tra Cina e Stati Uniti, di cui Pechino incolpa interamente Washington, e che si aggiunge a molti altri terreni di scontro, dai diritti umani alla tecnologia, fino alle questioni di Hong Kong, Taiwan e del Mare Cinese Meridionale. L'antagonismo sempre piu' aperto tra i due Paesi prende di mira direttamente anche lo stesso Partito Comunista Cinese, come emerso da un recente discorso del segretario di Stato Usa Mike Pompeo: Pechino denuncia il comportamento di Washington come un tentativo di riprendere in chiave anti-cinese la "caccia alla streghe" degli anni Cinquanta e di innescare una "nuova Guerra Fredda".
Giappone: vendite in calo del 7,5 per cento tra gennaio e marzo - Le vendite delle aziende giapponesi sono calate del 7,5 per cento su base annua tra gennaio e marzo di quest'anno, secondo il ministero delle Finanze di quel paese, che ha rivisto al ribasso un dato preliminare del meno 3,5 per cento. Il dato e' il peggiore dal secondo trimestre del 2011, dopo il terremoto e lo tsunami che colpirono quell'anno il nord-est del paese. La spesa in conto capitale delle aziende giapponesi e' aumentata dello 0,1 per cento: un'altra grande correzione al ribasso rispetto al dato preliminare, che aveva stimato un aumento del 4,3 per cento. La Banca del Giappone, frattanto, ha avvertito che la ripresa economica post-pandemia potrebbe essere ancora piu' lenta di quanto inizialmente previsto, a causa dei tempi necessari agli adattamenti strutturali a nuove realta' come l'uso massiccio del telelavoro. Secondo la banca centrale, "l'economia potrebbe non tornare ai livelli pre-pandemia neanche nell'anno fiscale 2022", che si concludera' a marzo 2023.