Economia
Recovery, Moody's scommette su Draghi. Ma rischio politico dietro l'angolo
E' probabile il nuovo Governo Draghi "ottenga successi iniziali concreti, in particolare per quanto riguarda un uso efficace dei fondi dell'Unione europea. Detto questo, nel momento in cui l'urgenza associata alla pandemia di coronavirus svanira', e' probabile che l'esecutivo affronti sfide di attuazione e un'opposizione politica simili e quelle osservate con altri Governi del passato in relazione ad alcune riforme macroeconomiche strutturali". Lo affermano gli analisti di Moody's, puntualizzando che "l'impatto sul credito a breve termine del cambio di Governo e' positivo".
Sotto la guida del primo ministro Draghi infatti, spiegano gli esperti, "il piano che l'Italia presentera' a Bruxelles il 30 aprile per l'utilizzo dei fondi Ue includera' probabilmente progetti infrastrutturali di alta qualita' che potenzialmente miglioreranno le prospettive di crescita del Paese". Per Moody's se tutti i fondi Ue venissero utilizzati, l'ammontare potrebbe raggiungere quasi 300 miliardi di euro, il 20% circa del Pil pre-pandemia. poi probabile che l'agenda politica del governo Draghi punti a riforme economiche strutturali per migliorare il potenziale di crescita, concentrate in aree da tempo identificate come piu' urgentemente bisognose di riforme: amministrazione pubblica, sistema giudiziario e sistema fiscale. Tuttavia, proseguono gli analisti, "una volta placata l'urgenza della pandemia, una sfida chiave per il governo Draghi sara' mantenere lo slancio sulle riforme e il sostegno politico ai cambiamenti.
Alcuni partiti o gruppi di parlamentari si sono opposti attivamente per anni ad aspetti di riforme giudiziarie o amministrative proposte da precedenti esecutivi", fanno notare gli esperti. Per Moody's poi "l'uso produttivo dei fondi Ue sara' indissolubilmente legato al successo dell'agenda di riforme economiche del nuovo Governo. Le difficolta' amministrative, in particolare nelle regioni italiane piu' bisognose di investimenti, hanno in passato ostacolato l'assorbimento dei fondi Ue da parte del Paese. Tra i 27 Stati membri, l'Italia ha il terzo peggior tasso di assorbimento per il ciclo dei Fondi strutturali 2014-20.
La chiave per migliorare il tasso di utilizzo dei fondi Ue in Italia saranno le misure per migliorare l'efficienza degli appalti pubblici e della pubblica amministrazione piu' in generale, nonche' per razionalizzare i processi di investimento pubblico". In base agli ultimi sondaggi solo il 28% degli italiani ha fiducia nell'Ue, il livello piu' basso dei 27 Paesi membri. "Il fatto che il primo ministro Draghi, che e' cosi' strettamente associato all'euro e alle istituzioni europee, promuova riforme impopolari non e' privo di rischi di lungo termine nonostante la popolarita' di cui gode attualmente tra molti italiani.
Pertanto, e' anche possibile che, nel lungo termine, i tentativi di attuare un programma di riforme che, in teoria, sara' una precondizione per l'erogazione dei fondi, possano amplificare i trend populisti anti-Ue che sono aumentate nell'ultimo decennio", avvertono da Moody's. L'attuale momento politico, concludono gli analisti, puo' essere paragonato al governo tecnocratico guidato da Mario Monti nel 2011-13. L'esistenza del Recovery Fund e' una differenza importante, "ma il perseguimento da parte del nuovo Governo di un pacchetto di riforme economiche che sara' soggetto alla supervisione di Bruxelles e' forse una somiglianza altrettanto importante".