Economia
Reddito di cittadinanza verso la fine. I 5 Stelle tremano: ecco i dati reali
Le politiche della ministra Calderone raccolgono un consenso che fa paura ai pentastellati. Ecco smentite le "bufale" propagandistiche sul sussidio statale
I numeri ufficiali parlano di circa 200mila “esodati”. Che verranno presi in carico da Inps, Regioni e Servizi Sociali e non certo abbandonati. Ma parliamo di 200 mila su 64milioni di italiani di cui le decine e decine di milioni di lavoratori dipendenti e indipendenti, che non tollerano di vedere sperperati cosi i soldi trattenuti dallo Stato sui loro guadagni.
Evocare scontri e proteste dà il senso della disperazione dei vertici del Movimento. A parte un paio di Regioni del sud dove vi sono alcune decine di migliaia di percettori, nel resto d’Italia i numeri sono molto bassi e suddivisi sul territorio quindi ben gestibili a livello di servizi locali.
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Reddito di cittadinanza verso la fine: la gestione del governo
La prima scadenza è per il giorno 1° settembre, in cui sarà operativa la piattaforma predisposta e gestita dall’Inps per censire gli ex percettori che si attivano per registrarsi dando disponibilità a formarsi e quindi ad accettare lavoro. Da lì scatterà il diritto a percepire quanto previsto. Contestarne il funzionamento prima ancora che arrivi la data prefissata, è un segnale del disorientamento che si è impadronito del gruppo dirigente grillino.
RdC, l’incoerenza del Partito Democratico
Un discorso a parte merita la posizione del partito che fu di Berlinguer. Da quando su quello che resta del Pd (ex-Pds, ex Ds, ex Pci) si è abbattuto il ciclone Schlein la deriva è totale. La rincorsa all’elettorato dei 5 Stelle ha portato i Dem a fare un clamoroso volta faccia sul tema del reddito di cittadinanza. Senza contare Maurizio Landini, leader Cgil (“la povertà si combatte dando lavoro, non con i sussidi”) o Susanna Camusso, che l’ha preceduto (“no al Rdc”), o Nicola Zingaretti (“il Rdc? Una pagliacciata.”) che l’avevano bocciato (e non a torto, verrebbe da dire). Insomma, il Festival dell’opportunismo e dell’incoerenza.