Economia

Roberto Diacetti: "Così funzionano Fondazione Enpaia e la previdenza agricola"

Intervista a Roberto Diacetti, il direttore generale della Fondazione Enpaia

Le Casse di previdenza rappresentano un elemento importante nel sistema economico e sociale del nostro Paese. Ci può fornire qualche dato circa lo stato di salute della Fondazione Enpaia?

La Fondazione Enpaia gode di buona salute. L’Ente è organizzato in due gestioni previdenziali: quella ordinaria, costituita dal Fondo per il Trattamento di Fine Rapporto, dal Fondo di Previdenza e dal Fondo Assicurazioni contro gli infortuni professionali ed extraprofessionali, e quella speciale, formata dal Fondo di Accantonamento del Trattamento di Quiescenza dei dipendenti consorziali ed entrambe hanno fatto registrare risultati positivi. Gli iscritti alla gestione ordinaria, a fine 2018, ammontano a 38.052 lavoratori, ma sono oltre 43.000 i rapporti di lavoro movimentati nell’anno che hanno contribuito a determinare il buon andamento della gestione. Gli iscritti alla gestione speciale attivi a fine anno sono 6.822 fronte di 7.606 movimentati. Le attività principali sono poi state integrate con l’acquisizione, nel 1998, della gestione separata di periti agrari e della gestione separata degli agrotecnici e, in anni più recenti, le gestioni di fondi di previdenza complementare e fondi sanitari e su questi ultimi fondi l’ENPAIA intende investire affinché garantiscano, nel medio termine, performance interessanti. Essendosi dotato di una struttura complessa e solida, l’Ente intende proporsi come punto di riferimento del comparto agricolo.

In Parlamento è in corso l’indagine conoscitiva sulle politiche di investimento delle casse professionali. Come intendete porvi nel dialogo con il decisore politico?

L’interlocuzione con il Parlamento e il Governo è fondamentale. L’indagine conoscitiva della Commissione Parlamentare di controllo sugli Enti di Previdenza consentirà al Parlamento di conoscere meglio la situazione delle casse che costituiscono un punto di vista privilegiato sulle professioni, interessate, soprattutto nell’ultimo decennio, da mutamenti epocali, anche dal punto di vista demografico. Dal Governo aspettiamo il “regolamento sugli investimenti” e altre norme che permetteranno alle casse di investire meglio nell’economia reale. La Fondazione Enpaia nei prossimi mesi prevede di immettere risorse nell’economia italiana; questo significa favorire l’occupazione nel nostro ambito di riferimento con evidenti benefici in termini di implementazione delle entrate contributive e della sostenibilità della gestione previdenziale.

I mutamenti del mondo del lavoro hanno imposto alle Casse di previdenza di destinare risorse aggiuntive per sostenere il reddito degli iscritti. Cosa state facendo in tal senso?

Il mercato del lavoro ha subìto, e continua a subire, veloci mutamenti che incidono profondamente sulla continuità dei redditi dei professionisti. Occorre, dunque, che le Casse di Previdenza orientino la propria attività verso forme di sostegno al lavoro e al reddito dei propri iscritti, attraverso prestazioni non previdenziali e con specifiche finalità assistenziali. Anche la Fondazione Enpaia è pronta a svolgere un ruolo importante in tal senso, ponendo al centro delle proprie scelte le esigenze e i bisogni dei lavoratori e delle aziende che rappresenta.

Enpaia come intende contribuire alla creazione di un nuovo modello di sviluppo agricolo sostenibile dal punto di vista ambientale?

È ormai evidente che quello della sostenibilità ambientale rappresenta un tema centrale, in ogni settore. Lo è anche, dal punto di vista strategico, per la Fondazione che deve necessariamente orientare le proprie scelte verso un modello di sviluppo agricolo sostenibile e a supporto della nuova Politica Agricola Europea. Si tratta, insomma, di raccogliere le sfide dettate dall’evoluzione tecnologica, dai mutamenti sociali, economici, finanziari e produttivi, in modo diligente, nella certezza che tali scelte abbiano ricadute positive su tutto il nostro comparto agricolo.