Economia

Rottamazione quater, il 32% non riuscirà a pagare. Ma una soluzione c'è

di Redazione Economia

Confedercontribuenti: “Far pagare la maxi rata a quelle persone con una fascia di reddito superiore ai 50.000 €"

Confedercontribuenti: il 32% non riuscirà a pagare. Salta la rottamazione quater 

Il 31 ottobre scade il termine per il pagamento della prima o unica rata dovuta da chi ha aderito alla rottamazione quater delle cartelle esattoriali. Si tratta dell’ennesima misura di pace fiscale introdotta dalla Legge di bilancio 2023 che ha permesso ai contribuenti, con alle spalle vecchi debiti col Fisco, di saldare solo le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso spese.

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Per quanto riguarda le scadenze della Rottamazione quater, il pagamento di quanto dovuto è legato alla modalità scelta dal contribuente al momento dell’adesione alla Rottamazione e la prossima scadenza del 31 ottobre interessa quindi sia chi ha scelto il pagamento unico sia chi ha optato per le rate, ma questa soluzione adottata dal Governo potrebbe risultare disastrosa in quanto molti cittadini e imprenditori si troveranno impossibilitati a pagare dato che le prime due rate, rispettivamente del 31 ottobre e del 30 novembre, sono ravvicinate.

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Se il Governo, infatti, sperava di sanare la questione delle tasse arretrate, allungando i termini di pagamento con queste due rate, non è stato così. Anche perché, secondo il centro studi di Confedercontribuenti, il 32% dei cittadini non potrà pagare e questo significherà dichiarare fallimentare una decisione che doveva in realtà agevolare le tasche dei contribuenti.

La Vice Presidente di Confedercontribuenti Raffaella Zanellato avanza una proposta: “Far pagare la maxi rata a quelle persone con una fascia di reddito superiore ai 50.000 € e consentire a coloro che hanno un reddito inferiore ai 50.000 € di non far pagare le due maxi rate e di ribaltare il piano di rateizzazione in 24 rate. Questa nostra proposta consentirebbe allo Stato di incassare più soldi di quanto teorizzati perché se il 32% dei contribuenti non potrà garantire il gettito, questo si ridurrebbe rispetto a quello che si dovrebbe recuperare con il pagamento di un maggior numero di rate. Ma se tutto rimarrà tale, ci ritroveremo nella stessa situazione disperata di luglio perché queste prime due rate risulteranno non solo troppo pesanti, ma anche troppo ravvicinate e questo creerà un enorme problema sia ai cittadini che agli imprenditori.”