Economia
Sfratto per il Caffè Greco dopo due secoli di storia: “Intervenga il Comune”
L'antico bar museo di via Condotti a Roma rischia (ancora) lo sfratto dall'ospedale Israelitico. Nessuna apertura per ora, si chiede aiuto al sindaco Gualtieri
Tra questi, si ricordano: Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Ennio Flaiano e persino il celebre scrittore di fiabe Hans Christian Andersen. Proprio per questo - e non da meno, alcuni rari pezzi da collezione - nel 1953, l’allora ministro della Pubblica Istruzione, Antonio Segni, aveva stabilito di apporre il riconoscimento vincolante di “interesse particolarmente importante”, come testimonia tutt’oggi la targa apposta fuori il Caffè Greco. “Segni anticipò il concetto di “bene immateriale”, che allora per l’Unesco non esisteva ancora – spiega Pellegrini – Oggi il Caffè Greco non è tutelato da un vincolo solo in quanto museo, ma in quanto attività storica”.
La “mela della discordia” tra proprietà e gestori: le (storiche) mura
Il nodo cruciale del disaccordo tra le due parti sono la proprietà delle storiche mura. Queste infatti sono state nelle mani della famiglia Gubinelli per oltre un secolo, per poi passare sotto la proprietà dell’Ospedale Israelitico, che però oggi ha da ridire sul vincolo. L’amministratore Pellegrini aggiunge: “Anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sostiene che c’è un vuoto normativo. Il Caffè Greco è un bene culturale”. Questo vincolo, peraltro, era stato tutelato anche dal Mibact, che aveva definito proprietà e gestione come “due parti interessate che dovranno di conseguenza e necessariamente giungere a un accordo nel comune interesse. Finché un tale accordo non ci sia non è possibile eseguire alcuno sfratto”.