Manovra, Siri ad Affari: "Reddito di cittadinanza alle imprese che assumono"
Manovra, intervista esclusiva di Affaritaliani.it al sottosegretario Armando Siri
@andrewlorusso
Il Senatore e Sottosegretario alle Infrastrutture in quota Lega Armando Siri, ripercorre in maniera approfondita gli accadimenti cocenti e futuri che il nostro Paese sta affrontando e dovrà affrontare, senza perdere mai il timone della rotta rispetto alle turbolenze politiche e di mercato.
Esperto di economia, padre nobile della Flat Tax, della Pace Fiscale, libero pensatore ed ideatore della Scuola di formazione politica, fucina di migliaia di giovani talenti. Siri è la gallina dalle uova d’oro del Carroccio, il punto d’incontro tra pratica e filosofia.
Senatore Siri, dopo la lettera di bocciatura dell’UE sulla manovra ed il muro politico fatto da Salvini e Di Maio, pare che in fondo qualcosa si stia muovendo verso Bruxelles. Circolano ipotesi sulle modifiche, come una stretta su quota 100, il congelamento del TFR per gli statali, ed in generale un deficit più orientato verso gli investimenti con un tetto, (vorrebbe Tria), massimo al 2%. Quanto c’è di vero? È una resa implicita all’Europa?
“Si sa che circolano più veloci le scemenze che le verità. Bisognerebbe chiedersi perché ma è più facile non farsi domande. Qualcuno sta alimentando una suggestione sbagliata sull’Italia, facendoci passare come un Paese sull’orlo del baratro. È un’assurdità di cui si rende conto anche l’italiano più critico verso sé stesso e verso lo Stato.
L’Italia è la seconda manifattura in Europa, leader nella cantieristica navale nel mondo, nella meccanica di precisione, nel settore agroalimentare, nel design, nella moda, tra i principali players nel settore dell’energia, nella tecnologia del trasporto su rotaia, nell’avio-spazio e potrei andare avanti un bel po'.
Senza dimenticare la posizione strategica nel Mediterraneo, con i principali porti e basi logistiche verso il nord Europa. Si può fare di più? Certo che si può, ma per farlo occorre poter disporre delle leve di comando e le principali sono quelle economiche. Quello che sta facendo il Governo è proprio utilizzare quelle leve allo scopo di far crescere le nostre performance. Se cresce il Pil diminuisce il Deficit. Non è difficile da capire e se qualcuno non vuole capirlo temo sia vittima di pregiudizi.”
Il ministro delle finanze austriaco HartwigLoeger ha affermato: “L'Italia corre il rischio di scivolare verso uno scenario greco», ed il vice Presidente della Commissione Europea per il mercato digitale estone Anspi: “Fare debito con i soldi dei contribuenti non è un'idea intelligente”. Assieme al blocco di Visegrad con a capo l’amico Orban: “Le regole dell’Unione Europea ci sono e vanno rispettate.” Assimilati al coro unico di francesi, tedeschi, spagnoli, ecc. Siamo rimasti isolati nella zona euro? Sono loro che fanno a noi battaglia, e non più il contrario?
“Chi paragona l’Italia alla Grecia dice una scemenza. Il nostro Paese ha un Pil di 1700 miliardi di euro, più della Russia e sicuramente più del triplo dell’Austria e dell’Ungheria messe assieme.
Disponiamo della seconda ricchezza privata al mondo, gli italiani hanno più di 4mila miliardi di proprietà immobiliari e sono a livello privato i meno indebitati d’Europa. Parlare poi di fare debito con i “soldi dei contribuenti” non è corretto. Se ci consideriamo una comunità trovo sia assolutamente giusto che prima ci si sostenga tra di noi per dare impulso alla ripresa, e solo quando è inevitabile ci si rivolga all’esterno.
I risparmiatori dispongono di denaro e decidono a chi affidarlo a seconda del rendimento e della sicurezza del loro investimento. Nella storia della Repubblica Italiana non c’è mai stato nessuno che ha perso i suoi soldi avendo investito in Titoli di Stato.
Gli italiani questo lo sanno e si fidano da sempre più dello Stato che di strutture private. Non dimentichiamo che la più grande fregatura del secolo ai contribuenti/investitori l’ha data Lehman Brothers. E comunque è sempre meglio che il Debito Pubblico sia in mano alle famiglie italiane, piuttosto che a fondi o strutture finanziarie straniere, perché in questo modo non saremmo così tanto in balia dello spread.
Sulle modalità di collocamento del Debito Pubblico, poi, si dovrebbe aprire un capitolo a parte sul funzionamento delle aste marginali, ma andremmo troppo nel tecnico e rischierebbe di essere solo una dissertazione astratta.
Quello che gli italiani devono sapere lo sanno: Lo Stato è affidabile, i loro soldi ed i loro investimenti sono al sicuro. Certo, in un momento di turbolenza non è conveniente vendere ma questo vale per qualunque strumento finanziario. Quindi se proprio non c’è necessità impellente si eviti di vendere in questo frangente, e si è al sicuro da eventuali perdite derivanti dalla speculazione di mercato.”
Sottosegretario Siri, lei è foriero di moltissime iniziative e, notoriamente, anche di spunti per migliorie su vari fronti legislativi. Ad esempio sul Reddito di Cittadinanza ha proposto che una parte vada ai datori di lavoro. Così si trasformerebbe un sussidio in una spinta per l'impiego. Ne ha parlato con il M5S? Questo non minerebbe la loro base elettorale?
“Il Reddito di Cittadinanza nelle corde di Di Maio e del M5S non è uno strumento assistenziale, ma una misura per sostenere il reinserimento nel mondo del lavoro. Bisogna riconoscerglielo.
In questa fase la collaborazione delle imprese è fondamentale. Se il denaro in dotazione anziché giungere al beneficiario dormiente, arriva come emolumento di un’esperienza professionale in azienda, si realizzano tre importanti obiettivi:
Si minimizzano gli abusi; Si dà dignità alla persona che ha diritto al sostegno, mettendola sulla giusta carreggiata per tornare in attività; Si costruisce un percorso concreto che può indurre la stessa azienda che lo ha formato a mantenere il posto di lavoro.
Nessuno, né al Nord né al Sud, chiede assistenzialismo, ma lavoro. Sono convinto che questa possa essere una valida direzione.”
Uno spread oltre la misura di guardia, renderebbe davvero più cari i mutui, farebbe collassare il sistema bancario, renderebbe irreperibili le risorse per il Bel Paese, o è soltanto il disvelamento dell’anatra zoppa che è la BCE, non vero garante di ultima istanza?
“Il problema della natura e delle modalità di funzionamento della BCE esiste e sicuramente rende tutto più difficile. Come si può avere una moneta unica che non ha una Banca Centrale che fa da prestatore di ultima istanza? Ma qui si inseriscono molti nodi irrisolti sulla natura stessa della casa comune europea.
Credo dovrà essere uno dei punti di riflessione della prossima campagna elettorale, e mi auguro del nuovo Parlamento e dei nuovi rappresentanti nelle Istituzioni della Ue.
Sullo spread c’è da dire che più del 90% dei mutui in corso sono a tasso fisso e che il tasso d’interesse è determinato dall’Euribor, non dallo spread. Certo rimane il problema delle banche, che se nel loro Bilancio dovranno ridurre il valore della dotazione dei titoli che hanno in pancia, si troverebbero un po’ più affaticate nell’erogazione di nuovi prestiti, che potrebbero essere un po’ più costosi. Ma si tratta al momento di uno scenario ipotetico, nonostante le turbolenze, gli scostamenti non sono preoccupanti.”
Sostiene che le famiglie dovrebbero comprare i titoli di Stato, ma se le banche sono costrette a svalutare non pensa che questa situazione di difficoltà ricadrebbe sugli italiani, e forse per questo l’asta dei Btp Italia non è andata bene?
“Ma assolutamente no! Le regole di contabilità delle banche per fortuna le famiglie non ce l’hanno. Facciamo un esempio: Se io ho un BTP a 10 anni da 10 mila euro con una cedola al 2% l’anno, avrei una svalutazione solo nel caso mi trovassi costretto a vendere in questo momento esatto, altrimenti no, perché alla scadenza mi verrebbe rimborsato l’intero valore di 10 mila euro più gli interessi che mi sono preso durante l’anno.
Del resto è normale, qualunque prodotto finanziario venga rivenduto prima della scadenza subisce una perdita. Mentre per le banche è diverso, perché loro debbono inserire il valore a Bilancio di anno in anno, e sono costrette a ricapitalizzare se il valore dei titoli scende.
Intanto le banche comprano il titolo da 10 mila euro a 9.600 euro, poi se scende a 9.000 euro per via dello spread devono trascrivere la perdita di 600 euro, nonostante alla scadenza quello stesso titolo dallo Stato venga rimborsato a 10.000 euro. A questo punto chi legge penserà che sia un’assurdità. Eppure queste sono le regole.”
Lei spesso ricorda che la filiera di comando in Italia è infinita, con un potere decisionale logoro ed inceppato in mille bizantinismi. Come si torna ad un Governo rapido e responsabile? Questo vale per le alluvioni, e per tutta la catena di montaggio delle scelte.
“Noi ci confrontiamo sul mercato globale con Paesi come Stati Uniti, Russia, India, Cina, Brasile, tigri asiatiche, Emirati Arabi, la cui filiera decisionale è di 24 ore mentre da noi è di 24 anni!
Siamo perdenti in partenza e se siamo ancora in pista e nella zona alta della classifica, è solo per la grande costanza e determinazione della stragrande maggioranza dei nostri imprenditori, che nonostante tutte le vessazioni dello Stato decidono di non mollare.
Abbiamo una burocrazia che uccide sul nascere qualunque buon proposito. Ogni cosa di buon senso utile alla crescita e allo sviluppo economico e sociale del Paese, cozza con regole assurde dello Stato centrale e periferico, su cui la stessa politica si è adagiata.
È assurdo ma lo si accetta. Trovo tutto questo imbarazzante. Lei pensi allo strapotere delle sovrintendenze, o ai molteplici livelli autorizzativi a cui deve sottostare chiunque voglia fare impresa in Italia. Sono questi lacci insieme ad una tassazione assurda che ci impediscono di crescere, prima ancora di qualunque altro problema.
Purtroppo se non cambiamo le regole di base non potremo dare le risposte che i cittadini si aspettano, potremmo solo costituire l’ennesimo inutile tavolo di discussione. Serve una presa d’atto della politica perché i cittadini sono pronti.
L’elezione diretta del Capo dello Stato, con le stesse prerogative che ha il Presidente degli Stati Uniti, è un modo concreto per emanciparci da questa condizione di inefficienza. Serve qualcuno che ci metta la faccia, si assuma le responsabilità e sia pronto a pagare per gli errori che commette, e non un plotone di gente che fa da scarica barile nei momenti di difficoltà.”
Diversi mesi fa ad un convegno accennò l'idea di una spa che mettesse a regime il patrimonio pubblico dormiente. Sarà nei prossimi desiderata legislativi? Ha già una rotta?
“Io penso a delle soluzioni, poi però come dicevo prima la macchina dello Stato e della politica ingoia tutto come un buco nero. È come parlare d’amore a chi ha già alle spalle dieci o venti matrimoni. C’è un grado di disillusione sconcertante.
Certo che si può fare una Spa che valorizzi i quasi 400 miliardi di immobili pubblici. Ma chi decide? Non siamo neppure in grado di conoscere nel dettaglio lo stato in cui si trovano queste proprietà. Molte di queste sono dei comuni e in alcune zone del Paese siamo a livelli di commissariamento.
Il punto è ‘Chi comanda’? L’effetto è quello della guerra fra bande o del sistema tribale. Così perdiamo un’altra occasione per fare del bene al Paese, alla nostra economia, a noi stressi. Mi auguro, per quanto sia nelle sue prerogative, che il Presidente del Consiglio prenda un’iniziativa. Ma ripeto, anche lui può fare ben poco con le regole assurde che abbiamo, e le regole le deve cambiare il Parlamento.”
Una battuta su Pace Fiscale e Flat Tax. Una coalizione di centrodestra avrebbe portato a casa di più?
“Sicuramente per la Flat Tax avremmo potuto fare di più, ma lo faremo perché siamo solo all’inizio e già abbiamo cominciato dai piccoli, incentivando le imprese più grandi ad investire in cambio di una riduzione dell’Ires al 15%. Una misura stabile a differenza dei super ammortamenti che dovevano essere rifinanziati di volta in volta.
Sulla Pace Fiscale ed il saldo e Stralcio delle cartelle per i contribuenti in difficoltà economica, c’è l’impegno del Presidente Conte e dei Vice Premier Salvini e Di Maio. Si farà.”
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