Economia

Snapchat, Twitter e Groupon: il tech che non tira a Wall Street

Dopo lo sbarco in Borsa accompagnato dalle aspettative più rosee, i titoli hanno bruciato gran parte della capitalizzazione iniziale

Facebook, Amazon, Netflix e Google (i cosidetti “FANG”) continuano a trascinare la borsa di New York di record in record, grazie a risultati trimestrali superiori alle attese: dopo aver registrato utili per oltre 22,5 miliardi di dollari, equivalenti alla capitalizzazione di un gruppo come Fiat Chrysler Automobiles, i cinque colossi americani ormai capitalizzano oltre 3.300 miliardi (la borsa italiana, a paragone, vale in tutto meno di 750 miliardi di dollari). Ma non è tutto oro ciò che luccica e per altri titoli high-tech le cose non sono andate altrettanto bene. Twitter, data più volte per spacciata, ha vissuto un trimestre di transizione, con ricavi in calo del 4% su base annua a 589,63 milioni di dollari, ma perdite trimestrali calate a soli 21 milioni (3 centesimi di perdita per azione) rispetto ai quasi 103 milioni di un anno prima.

twitter wall street 500
 

Senza voci straordinarie il gruppo avrebbe anzi chiuso il periodo con un utile di 10 centesimi per azione, meglio delle attese del mercato che parlavano di 6 centesimi. I vertici del social network hanno inoltre sottolineato come gli utenti mensili attivi siano cresciuti del 14% a 330 milioni, ammettendo però di aver sovrastimato il numero di utenti dal 2014 a oggi. Morale: il titolo dopo i dati è volato da 17,14 a 21,68 dollari per azione per poi ridiscendere attorno ai 20 dollari, complice anche l’annuncio che il social network ha dovuto sospendere il suo sistema di “validazione” degli utenti (accusato di aver favorito troll, suprematisti bianchi e altri “seminatori d’odio”).

Ai livelli attuali Twitter vale circa 14,8 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione, ma i 26 dollari a cui il titolo venne collocato nel novembre di quattro anni fa (e ancor di più i 50 dollari toccati il giorno del debutto, prima di chiudere a 45 dollari) restano un traguardo lontano. Se il “canarino azzurro” appare convalescente, neppure il suo diretto concorrente, Snapchat, se la passa troppo bene.

GROUPON
 

Nel terzo trimestre dell’anno i ricavi del gruppo fondato da Evan Spiegel (fresco sposo della top model Miranda Kerr) sono cresciuti a 207,94 milioni di dollari rispetto ai 128,2 milioni dello stesso periodo del 2016 e gli utenti attivi giornalieri sono arrivati a 178 milioni (+3% sul trimestre precedente).

Ma la perdita netta ha raggiunto i 443,16 milioni di dollari (contro 124,23 milioni di rosso nel terzo trimestre dell’anno passato), ovvero 36 centesimi di perdita per azione. Un andamento che ha deluso gli analisti che speravano in almeno 236 milioni di ricavi e perdite non superiori ai 33 centesimi per azione. Immediata la reazione di Wall Street con Snap (holding che controlla Snapchat) crollata dopo i dati da 15,12 a 12,38 dollari, e la capitalizzazione (14,9 miliardi) che si è ormai più che dimezzata rispetto ai 33 miliardi toccati il giorno del debutto, a inizio marzo scorso, quando il titolo, collocato a 17 dollari per azione, aveva chiuso la seduta a 24,48 dollari dopo un massimo intraday di 26,05 dollari.

(Segue...)