Economia
Via Solferino, Cairo e l'arte dello zen
Urbano Cairo è tranquillissimo. Ad ascoltare come il presidente e amministratore delegato di Rcs argomenta con i collaboratori la propria difesa nella lunga querelle giudiziaria con il fondo Blackstone sugli immobili di via Solferino, di via San Marco e di via Balzan non pare certo di trovarsi di fronte a uno scenario che lo storytelling generale vorrebbe dagli epiloghi nefasti, finanziariamente disastrosi e che a fronte di una richiesta complessiva di danni per 600 milioni di dollari, poco più di 500 milioni di euro, costringerebbe l’imprenditore alessandrino che ha risanato il gruppo che edita Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport a dover passare la mano. Una possibilità che starebbe solleticando anche improbabili appetiti.
Assistito dall’avvocato Sergio Erede, Cairo confida ai suoi che la causa con il colosso internazionale del real estate amministrato da Stephen Allen Schwarzman non la perde. Senza considerare che la sede di New York della Supreme Court dove il fondo Usa ha intentato le due cause contro Rcs e contro il suo editore, presidente e amministratore delegato (cause ora sotto richiesta di riunificazione) non è competente (vendita dell’immobile siglata a fine 2013 a Milano), la difesa s’incentra in primis sul fatto che, come ha stabilito anche il 15 maggio di quest’anno il collegio arbitrale sul Lodo Solferino, la lite con Blackstone non era “temeraria”.
Solo questa posizione smonterebbe il principio alla base dell’impianto accusatorio degli americani che parlano di invece di interferenza “dolosa” nella vendita dell’immobile ad Allianz nel 2018.
Il secondo punto spiegato è che, nel sollevare già da piccolo socio (nel 2014 bocciò anche in assemblea Rcs il bilancio firmato dal Ceo di allora Pietro Scott Jovane) sospetti sul fatto che la sede storica del Corriere sia stata venduta non all’effettivo valore di mercato (anche in considerazione del canone d’affitto poi applicato da Blackstone di circa 10,3 milioni annui) ha esercitato un diritto di azionista. Che non è sicuramente un reato.
Infine, il mega ammontare della richiesta dei danni: Blackstone ha messo sul tavolo “almeno 500 milioni” di euro, ma c’è anche da considerare, spiega sempre Cairo ai suoi, che dopo che il collegio arbitrale ha ritenuto a maggio valida la vendita, il mercato immobiliare non si è certo fermato e il fondo di Schwarzman ha in mano ora un immobile di pregio che in questi anni si è rivalutato. Un valore che sarebbe da sottrarre all’eventuale conto finale.
Insomma, altro che scenari apocalittici...
@andreadeugeni