Economia

Stand Up, lo sciopero storico che infiamma il comparto auto americano

di Daniele Rosa

Per la prima volta coinvolti i tre grandi produttori: GMC, Stellantis e Ford

Stand Up, lo sciopero che infiamma l'America

"È un momento storico, un momento decisivo per la nostra generazione, si lotta per diseguaglianza e ingiustizia” sono le parole del leader del sindacato United Auto Workers (UAW), Shawn Fain di 54 anni. Lo sciopero si chiama Stand Up ed è storico perchè per la prima volta coinvolge le tre Big Companies di Detroit, come GMC, Ford e Stellantis. Joe Biden si unirà alla protesta martedì in Michigan. Secondo l’Economic Policy Institute (EPI), storico think tank i compensi dei CEO, sono cresciuti del 1.460% dal 1978, mentre quelli del lavoratore tipo sono aumentati solo di un 18 %. Tra 350 grandi società quotate , il numero uno guadagna 399 volte quello di un dipendente tipico, nel 1965 il rapporto era di 20 a 1 , nel 1989 di 59 a 1. E questo sciopero ha una valenza maggiore perchè cade in un momento particolarmente turbolento del mondo del lavoro americano toccato dalla protesta degli attori e degli sceneggiatori di Hollywood, degli alberghi di Los Angeles, dei fremiti di sindacalizzazione dei lavoratori di Amazon Starbucks, Apple e dei corrieri UPS. Tra tutti un record estivo per numero di giorni persi. Stand Up è iniziato con uno stabilimento della General Motors in Missouri, che produce la GMC Canyon e la Colorado; a seguire un altro alla Ford nel Michigan, che assembla il modello Bronco e il camion Ranger, e il terzo da Stellantis in Ohio dove si produce la Wrangler e la Gladiator.

Stand Up, un sindacato da mezzo milione di lavoratori

Senza dimenticare i primi scioperi storici nel comparto, quelli del 1936, che portarono una crescita esponenziale degli iscritti al sindacato, da 30.000 a 500.000 iscritti, con a capo Walter Reuther, famoso leader sindacale dell’epoca d’oro. D’oro perchè da lui nacque il Trattato Reuther di Detroit con GMC che garantiva copertura sanitaria, pensioni, diritto alla disoccupazione, ferie e aumenti salariali. La UAW ha raggiunto accordi simili con Ford e Chrysler. Da quegli accordi i lavoratori dell’auto cominciarono davvero ad essere classe media. Poi dopo le crisi partite dal 2008 con perdite di quote di mercato e fallimenti( GM e Chrysler acquisite da Fiat e integrate in Stellantis), i gruppi si sono ripresi  e stanno facendo profitti milionari , probabilmente dimenticandosi dei lavoratori. Fain sta guidando lo sciopero da vero leader con un approccio graduale da “stop and go” forte del cosiddetto fondo di resistenza d 845 milioni di dollari per risarcire i lavoratori in sciopero con 500 dollari al mese.

 

Stand Up, le tante richieste dei lavoratori

Cosa chiedono i lavoratori? Tanto: Tra queste richieste una settimana di 32 ore con aumento di stipendi (+40% in 4 anni) e pensioni, cancellazione della doppia scala salariale e garanzie nel passaggio all’elettrico. Gli stipendi miliardari dei manager sono benzina sul fuoco della protesta. “Dopo 40 anni di blocco dei salari, dopo una pandemia e una ricchezza andata solo all' 1% del più ricco, la UAW ritiene importante che si dovrebbe condividere maggiormente gli utili che si stanno realizzando. E’ innegabile come il livello di disuguaglianza negli ultimi decenni sia diventato assolutamente insostenibile e questo divario sia diffuso in tutti gli Stati Uniti. Dal canto loro  i vertici delle Big sono convinti che le richieste di manodopera della UAW renderebbe le loro aziende non più profittevoli. In particolare nel comparto dell’elettrico dicono che i costi di manodopera sono molto più elevati rispetto a Tesla o rispetto ai produttori stranieri con stabilimenti negli Stati Uniti, i cui lavoratori non sono sindacalizzati. Insomma un muro contro muro che sembra, per il momento , non avere soluzioni.