Economia

Stm, tira una brutta aria per i chip italo-francesi: il Mef vuole rimpiazzare l'ad Jean-Marc Chery

Non è un buon momento per StM, la società dei chip italo -francese e l'assemblea degli azionisti prevista per maggio si preannuncia difficile per i soci di maggioranza... Lo scenario

di Maddalena Camera

StM, verso un'assemblea di fuoco: scontro tra gli azionisti italiani e francesi con il Mef che vuole rimpiazzare l'ad Jean-Marc Chery

Non è un buon momento per StM, la società dei chip italo -francese e l'assemblea degli azionisti prevista per maggio si preannuncia difficile per i soci di maggioranza, ossia i governi italiano e francese che detengono quote paritetiche del 14%.  La crisi dell'auto ha portato il titolo in ribasso del 36% rispetto a un anno fa. In Borsa Stm continua a soffrire risentendo anche dei timori sui dazi di Trump con voci di un inasprimento dei controlli sulle esportazioni di chip e tecnologia in Cina ma anche delle indiscrezioni diffuse dalla stampa francese secondo cui il governo italiano vorrebbe un nuovo ad per il gruppo per superare la crisi. E il Mef, il ministero del Tesoro, socio come già detto al 14% della società non ha smentito anzi ha fatto sapere che sono stati molti nel corso del 2024 i tentativi fatti in questo senso. 

Non c'è dunque ormai alcun dubbio che l'ad della società,  Jean-Marc Chery in carica dal 2018, non avrebbe l'apprezzamento del Mef non per il fatto di essere francese, ma per la gestione negativa e inadeguata, ritenuta sconsiderata e persino pericolosa  in alcune operazioni. L'Italia però non può agire da sola, dato che la holding di controllo di Stm è pariteticamente in mano anche ai francesi. C'è allarme anche sul fronte dell'occupazione con tagli, tra Francia e Italia, per circa 3mila dipendenti. 

Ma, secondo i sindacati questo taglio viene effettuato senza illustrare un forte piano industriale.Inoltre il governo italiano ritiene che l'ad abbia favorito gli interessi della Francia dato che il comitato esecutivo è passato ad avere solo 3 rappresentanti su 9 mentre prima erano 5 su 8. In questo modo è passata la decisione di un nuovo polo produttivo   vicino a Grenoble con un contributo del governo francese pari a 2,9 miliardi di euro. Ma oltre alla governance ci sono i risultati negativi che hanno depresso il titolo in Borsa con utile in riduzione del 64% nel 2024. 

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