Stm, scontro totale tra Italia e Francia per la governance. Chi vincerà? E il titolo va in caduta libera - Affaritaliani.it

Economia

Stm, scontro totale tra Italia e Francia per la governance. Chi vincerà? E il titolo va in caduta libera

Momento delicato per la società di chip proprietà per il 27,5% del governo italiano e per la stessa percentuale dal governo francese

di Maddalena Camera

Stm, scontro totale tra Italia e Francia per la governance

StM è al centro dello scontro per la governance tra il governo italiano e quello francese che possiedono entrambi una quota del 27,5% della società dei chip. La bocciatura della nomina nel consiglio di sorveglianza di Marcello Sala, direttore generale del Tesoro, al posto di Maurizio Tamagnini, dimissionario con una lettera di Nicolas Dufourcq, presidente del consiglio di sorveglianza, è stata molto chiara.

"Non possono essere accettate - ha scritto il presidente - le posizioni assunte da Sala sulla gestione della società, con una forte denuncia della strategia e una richiesta di ripetuta sostituzione di Jean Marc Chery (l'ad di StM) contrariamente alla decisione unanime del consiglio dell’anno scorso e al voto del 99,9% ricevuto dell’assemblea dei soci".

Chiaro no? Sala va bene dato che non approva la gestione attuale della società. Ma anche il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti ha più volte denunciato che la gestione di Stm sarebbe da tempo troppo sbilanciata verso Parigi. All'ad Chery viene anche contestata una class action in corso negli Usa.

La società deve difendersi dall'accusa di aver omesso riferimenti circa la crisi del mercato chip quando ha presentato i suoi dati di bilancio. L'incertezza ha portato il titolo StM sui minimi a circa 16 euro di valore anche a causa dei dazi imposti da Trump che hanno pesato parecchio: dal 2 aprile il titolo è scivolato del 17% e del 32% da inizio anno e del 55% rispetto a un anno fa quando valeva più del doppio rispetto ad oggi. 

La colpa non è tutta di Chery ma di certo l'ad non è riuscito ad arginare le copiose perdite. La crisi dei semiconduttori va avanti da inizio dell'anno ma sul fronte dei dazi è entrata in crisi una delle stelle del Nasdaq, ossia Apple di cui StM è uno dei principali fornitori. Apple è molto esposta sul fronte cinese dato che gli iPhone e i suoi componenti vengono prodotti per la maggior parte in oriente. E infatti il titolo Apple è sceso del 30% a partire dal 2 aprile giorno dell'annuncio dei dazi da parte del presidente Trump.

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