Economia
Tim, accettata l'offerta per la rete da 22 mld di Kkr. Vivendi protesta
Con 11 voti favorevoli è arrivato il via libera del Cda alla cessione della rete a Kkr
Tim, approvata l'offerta per la rete da 22 mld di Kkr
Non che ci fossero molti dubbi, ma ora è ufficiale: il cda di Tim ha deciso di votare a favore dell’offerta di Kkr per acquisire la rete per complessivi 20 miliardi, oltre a 2 miliardi di roll-out una volta ultimata la fusione con Open Fiber. Ora però viene il bello: il cda ha scelto di non passare dall’assemblea e ora i francesi di Vivendi daranno battaglia. La holding, che detiene il 24% di Tim, voleva addirittura passare da un’assemblea straordinaria, la decisione di evitare perfino quella ordinaria li farà infuriare.
Con 11 voti favorevoli è arrivato il via libera del Cda alla cessione della rete a Kkr. Si tratta di un risultato, questo, che supera le più rosee aspettative. Il board che si è concluso poco tempo fa ha quindi approvato la vendita senza che questa decisione debba passare né per il voto di un'Assemblea straordinaria né da un'Assemblea consultiva.
Con questo Cda di oggi si conclude un lungo weekend. La riunione di venerdì del cda si era focalizzata sugli studi portati dagli advisor in tema di congruità dell'offerta rispetto al valore degli asset e sulla sostenibilità dell'assetto che comporterà la cessione della rete e, cioè, il futuro di ServiceCo. Sabato, invece, il board che si era aggiornato ha affrontato le altre cruciali tematiche di profilo legale su quale organo sociale sia competente a deliberare. Alla riunione del board di sabato erano presenti gli advisor di Tim.
A rispondere alle domande dei consiglieri di amministrazione c'erano gli advisor finanziari Goldman Sachs, Mediobanca, Lion Tree, Equita e Vitale con le loro fairness opinion sull'offerta di Kkr. Per gli aspetti legali, c'era il consulente del gruppo Francesco Gatti. C'erano poi i giuristi che hanno espresso i loro pareri sul nodo relativo agli organi sociali che devono deliberare sull'operazione, Piergaetano Marchetti e Andrea Zoppini, e ci sono i giuristi che si sono pronunciati sulla questione della correlazione come parte correlata del Mef.