Economia
Tim, Labriola sotto pressione, ma assist dall'Ue: la netco vale un mld in più
Se si dovesse trovare una quadra tra governo e Vivendi per la cessione della rete, Meloni&co. potrebbero chiedere di puntare su un ceo come Donnarumma
Il governo guarda con favore a Donnarumma
Se però la situazione dovesse precipitare, chi potrebbe essere indicato come nuovo amministratore delegato? Quello che può riferire Affaritaliani.it è che ci sarebbe una suggestione clamorosa: puntare su Stefano Donnarumma. Il quale, uscito con le ossa rotte dalla partita delle nomine, è alla ricerca di un altro incarico di prestigio.
Se, dunque, si dovesse trovare una quadra – al momento ancora piuttosto lontana – tra i francesi di Vivendi e il governo per la realizzazione della rete unica, ecco che Giorgia Meloni, di concerto con il fido Giovanbattista Fazzolari, Alessio Butti e Adolfo Urso potrebbe bussare alla porta di Donnarumma. Il quale verrebbe accolto con tutti i peana del caso. Anche perché la polemica intorno alla liquidazione del manager non accenna a placarsi.
Ribadiamo, si tratta solo di una suggestione che potrebbe anche non concretizzarsi visto che al momento tra il nodo Antitrust, la valutazione di Open Fiber, la richiesta dei francesi di Vivendi e le altre partite ancora aperte regna sovrana una certa confusione. Ma diciamo che il nome di Donnarumma ha iniziato a girare. Lo stipendio percepito da Pietro Labriola nel 2022, circa 3,6 milioni, rappresenta un incentivo notevole per accettare una sfida così complessa e una sorta di "risarcimento" per il manager che ha perso al tempo stesso la possibilità di diventare ad di Enel e di rimanere al timone di Terna. Anche perché le altre partite che lo vedrebbero candidato – da Ferrovie a Cassa Depositi e Prestiti – si apriranno tra quasi 12 mesi. E in un anno, di cose, ne possono succedere tantissime.