Economia
Tim sonda Vivendi per semplificare la struttura della società: sul tavolo l'eliminazione delle azioni di risparmio. Ma il titolo non brilla: ecco perchè
L'operazione richiede il via libera da parte di una maggioranza qualificata di azionisti
di Maddalena Camera
Tim tratta con Vivendi per semplificare la struttura della società. Rumor
Tim starebbe trattando con Vivendi per eliminare le azioni di risparmio semplificando la struttura societaria. L'indiscrezione, riportata da Reuters e Bloomberg, non ha comunque sortito effetti particolari in Borsa dove il titolo è sempre in ribasso del 17% rispetto a inizio anno (-10% solo nell'ultima settimana). L'operazione richiede però il via libera da parte di una maggioranza qualificata di azionisti e dunque anche del principale, Vivendi che ha il 23,7%, con cui l'ad di Tim Pietro Labriola è in cattivi rapporti dopo la vendita della rete a un consorzio di investitori guidato dal fondo Usa Kkr e dal ministero del Tesoro italiano tramite Cdp.
Sull'operazione di vendita della rete pende un'azione legale intrapresa da Vivendi che comunque sarebbe intenzionata a vendere la sua partecipazione che in Borsa ora vale circa 900 milioni di euro rispetto agli oltre 4 miliardi investiti inizialmente.
Ovviamente la cessione della partecipazione del cosiddetto "nocciolo duro", dovrebbe, secondo Vivendi, avvenire a premio con una valutazione quasi doppia rispetto ai corsi attuali, a scapito ovviamente dei piccoli azionisti che hanno inanellato, negli anni, solo perdite sul valore dell'azione. Inoltre dal 2021 l'azienda ha sospeso il pagamento di ogni tipo di dividendo compreso quelli destinati alle azioni di risparmio che invece prevedrebbero una remunerazione minima. Gli interessati si sono rifiutati di commentare l'ipotesi di riacquisto e l'annullamento delle azioni di risparmio, una mossa che permetterebbe di proteggere il flusso di cassa della società e semplificare la struttura aziendale.
Un’altra operazione sul tavolo riguarderebbe l’incorporazione di due holding lussemburghesi utilizzate in passato per emettere obbligazioni, con l’obiettivo di snellire ulteriormente l’assetto societario. Parallelamente Labriola starebbe sondando il terreno con la Cassa Depositi e Prestiti per ottenere eventuale supporto strategico o finanziario ma anche in questo caso sulle operazioni vige un accordo di riservatezza.
Il conflitto tra le strategie impostate dall'ad Labriola e Vivendi è di antica data tanto che i francesi già nel gennaio 2023 hanno ritirato il proprio rappresentante dal consiglio di amministrazione di Tim , prendendo le distanze dalla cessione degli asset della rete telefonica. La vendita (per 18 miliardi di euro), che secondo Vivendi ha sottovalutato il valore della rete, ha permesso la riduzione del pesante debito ma non ha beneficiato in alcun modo gli azionisti.
La possibile cessione della partecipazione della quota di Tim detenuta da Vivendi ha suscitato l'interesse di società di private equity, tra cui Cvc con cui, secondo indiscrezioni, sarebbero già avvenuti alcuni colloqui preliminari per la possibile. Vivendi, quotata a Parigi, nel mese di dicembre è diventata una holding con le attività di Canal +, Havas e Louis Hachette Group pronte ad essere quotate separatamente. Vivendi continuerà ad avere un ruolo di primo piano come holding di investimento, detenendo le partecipazioni significative in Tim, Universal Music Group, Telefonica e Mediaset, dove, pur avendo raggiunto un accordo di non belligeranza con Fininvest (la holding della famiglia Berlusconi), detiene ancora una partecipazione complessiva del 22,9%.