Torna l'incubo deflazione Ue. Strada spianata al nuovo allentamento Bce
Chiusura contrastata per le borse europee, che migliorano un po' nel finale, grazie all'aiuto di Wall Street. A tenere bassi i listini sono le conclusioni del G20 di Shanghai, considerate poco incisive e deludenti. Il prezzo del petrolio e' in lieve rialzo e aiuta le borse. In Europa l'inflazione a febbraio torna in territorio negativo e in Cina la Pboc taglia requisiti di riserva delle banche dello 0,5%. Londra termina piatta, in rialzo dello 0,02% a 6.097,09 punti. A Milano l'indice Ftse avanza dello 0,8% a 17.623,07 punti. Francoforte perde lo 0,19% a 9.495,40 punti e Parigi guadagna lo 0,9% a 4.353,55 punti.
Piazza Affari a questo punto ritiene sia sempre piu' probabile un'azione della Bce nella riunione del Consiglio direttivo del 10 marzo. "Si prosegue nel movimento di avvicinamento all'appuntamento con la Bce del 10 marzo", afferma un gestore. Sul mercato, sottolinea comunque un money manager, "c'e' molta incertezza. Il compito delle banche centrali in questo momento e' estremamente complesso. L'inflazione in Europa e' penalizzata dai cali del greggio, su cui ovviamente la Bce non puo' nulla, mentre gli Usa potrebbero patire il rallentamento dell'economia globale e questo e' un fattore da tenere presente nel ritmo di aumento dei tassi".
In questo contesto, Equita Sim conferma la visione cauta sull'azionario italiano, individuando un "trend negativo di fondo". Per gli esperti "il crollo delle esportazioni di Taiwan, Corea del Sud, Singapore e il minimo storico del Baltic Dry Index sono segnali che depongono a favore di un 'hard landing' cinese". Quanto poi al comparto bancario, "nel secondo trimestre dovranno aver luogo gli aumenti di capitale di Popolare Vicenza e Veneto Banca e la vendita delle quattro good bank, un passaggio ricco di incertezze. La politica monetaria dei tassi zero", prosegue Equita, poi "ha artificialmente tenuto in vita aziende inefficienti, ma siamo ormai nella fase in cui rifinanziarsi sul mercato high yield e' diventato complicato e quindi appare inevitabile un aumento dei default".
Per gli analisti "l`accelerazione dei salari negli Usa mette la Fed in una posizione difficile, perche' la situazione internazionale richiederebbe uno stop al rialzo dei tassi, ma l'inflazione salariale spinge in senso opposto". Altro aspetto, nota Equita, "la liquidita' dei corporate bond e' scesa in modo sensibile e non solo nel segmento high yield. Questo aumenta il rischio che la liquidazione forzata di qualche fondo specializzato crei una pressione insostenibile sulle quotazioni". Infine, "le valutazioni dei titoli sono scese, ma, se si considerano l`aumento del premio per il rischio segnalato dai corporate bond e il probabile aggiustamento al ribasso delle stime, non siamo ancora storicamente su livelli interessanti". Possibile comunque per Equita un rimbalzo tecnico delle quotazioni, "anche significativo", che ad ogni modo non cambia il trend negativo di fondo.