Economia
Eredità Berlusconi: i casi Agnelli, Del Vecchio e Benetton. Tre scenari
Tre scenari di tre grandi famiglie italiane che possono dare l'idea di come l'impero Berlusconi potrebbe essere suddiviso
Si passa al secondo modello che prende in esame la situazione della Luxottica, gigante dell’occhialeria fondata da Leonardo Del Vecchio, scomparso a giugno 2022. Del Vecchio nella sua eredità si è affidato a tre strumenti per la successione: una quota identica per gli otto eredi (i sei figli, l’ultima compagna Nicoletta Zampillo e suo figlio Rocco Basilico) del 12,5% di Delfin, cassaforte che vale 80 miliardi; uno statuto che impone quasi l’unanimità per le scelte più delicate; e il mandato a un manager esterno per la gestione dopo di lui.
Questo meccanismo è stato studiato così che nessuno, in autonomia, possa scavalcare gli altri sulla gestione, affidata a un manager esterno come Francesco Milleri, a capo di Delfin e di Essilor-Luxottica, che rimarrà lì a vita come voluto da Del Vecchio in persona. Solamente con l’88% dei favorevoli fra gli eredi, praticamente l’unanimità, potrebbe stravolgere l’assetto attuale della governance, voluta dal fondatore. Ma il piano di Del Vecchio, presente nel suo testamento, è stato accolto con beneficio d’inventario da quattro eredi su otto: Luca, Clemente, Paola e Claudio. Oggetto della contesa, i legati a quel testamento. Tre in particolare: tasse di successione, l’assegnazione di alcuni immobili a Nicoletta Zampillo e l’attribuzione a Milleri di azioni per 270 milioni di euro.
Famiglia Benetton – Collegialità all’ennesima potenza