Economia

Unieuro, 265 milioni di investimenti e 270 per l'M&A. Il piano industriale

Unieuro mette sul tavolo 265 milioni di investimenti nei prossimi cinque anni per diventare il punto di riferimento nel mercato dell'elettronica di consumo in Italia, anticipandone i trend e candidandosi a modello di riferimento per i concorrenti. Ma oltre a puntellare la presenza della rete nel nostro Paese con acquisizioni mirate, anche allargandosi a mercati attigui, il gruppo, forte della sua ritrovata solidità, intende per la prima volta mettere la crescita all'estero nel mirino.

A disposizione per fare shopping ci sono, è scritto nel piano strategico al 2025/26, tra i 370 e i 390 milioni di euro di cassa positiva, che scenderanno, al netto del pagamento di 115-120 milioni di euro di dividendi in base all'attuale dividend policy, a quota 270 milioni di euro, ha spiegato il chief financial officer Marco Pacini, ricordando che almeno il 50% dell'utile adjusted è destinato alla remunerazione dei soci.

"La strategia è di andare in mercati non maturi, ma con crescita potenziale importante" e "concentrarci sul leader di mercato o sul numero due" in modo da acquisire "un modello già vincente su quel mercato su cui esportare i nostri modelli di intelligenza operativa", ha spiegato l'amministratore delegato Giancarlo Nicosanti Monterastelli mentre la direttrice generale Bruna Olivieri ha indicato "l'Est Europa e il Nord Africa" tra le aree di interesse. In Italia si punterà sulla crescita organica e sulle acquisizioni mirate in aree poco coperte, oltre che a partnership con catene di grande distribuzione.

Ma anche ad "acquisizioni di scopo in mercati attigui, su categorie attigue, o nei servizi, o in start up specializzate in alcune fasi del processo di acquisto per portarle in casa e accelerare gli obiettivi che ci siamo dati", ha detto Nicosanti. Il gruppo, leader in Italia, punta nei prossimi anni a continuare a sovraperformare il mercato con ricavi a fine piano a quota 3,3 miliardi (+4-6% annuo a fronte dell'1-2% del mercato) e un utile operativo adjusted tra gli 85 e i 95 milioni, in crescita del 45-62% rispetto ai livelli pre-covid, mantenendo la leadership in un settore, quella dell'elettronica di consumo, cresciuto dell'8% nel 2020 grazie al bisogno di tecnologia alimentato dai lockdown ma che nei prossimi anni dovrebbe riprendere tassi di crescita piu' contenuti e con una sempre maggiore incidenza dell'online, atteso in crescita dal 17% pre-covid al 30% nel 2025.

"Il nostro obiettivo è diventare la destinazione naturale, fisica e digitale, del consumatore di tecnologia grazie alla nostra strategia omnicanale lungo tutta l'esperienza del cliente", ha detto Nicosanti, ricordando come Unieuro abbia recentemente chiuso il "bilancio migliore" della sua storia "a coronamento di un costante percorso di crescita che ha tratto ulteriore energia e motivazione dallo sbarco in Borsa e dalla successiva evoluzione in public company". Natura, quest'ultima, che dovrà confrontarsi con l'ingresso in forze dell'operatore telefonico Iliad, salito all'11% del capitale e prossimo a entrare in cda con due suoi rappresentanti.