Economia

Unipol, cosa c'è dietro lo show di Cimbri: da "Montani stai sereno" a Vasco

di Marco Scotti

Il grande capo di Unipol non nasconde la delusione per i risultati di Bper al di là dell'effetto benefico dei tassi

Che cosa c'è dietro lo show di Cimbri: "Montani stai sereno", poi cita Vasco. E sul risiko bancario...

“Stai sereno” divenuto analogo del famoso bacio della morte dopo la frase di Matteo Renzi dedicata a Enrico Letta dieci anni fa. La citazione di Vasco Rossi (“Va bene così, senza parole”) con tanto di musica in sottofondo che parte. Più che una conferenza stampa per annunciare un’operazione finanziaria importante, attesa, necessaria, quello di Carlo Cimbri è stato un autentico show in cui ha mostrato una volta di più di essere uno dei dominus della finanza. Una qualità che non manca di ricordare quando – snobisticamente chiamando per nome Orcel e Nagel – dimostra di avere rapporti con tutti. Ma attenzione a mettersi contro Cimbri, a deludere le sue attese e le sue aspettative, altrimenti si rischia di sentirsi dire "stai sereno". Si può dire che Piero Luigi Montani abbia operato male da quando, nell’aprile del 2021, è stato nominato amministratore delegato di Bper? Le azioni valgono quasi il doppio, gli attivi – complice l’acquisizione di Carige – pure. E allora qual è il problema di fondo?

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Qualcuno dice che la nomina, fortemente voluta da Cimbri, al timone di Bper sia stata fatta in un’ottica di fusione con BancoBpm, altro istituto di credito che ben conosce Montani. Poi non se ne fece più nulla, Unicredit tentò di comprarsi a sua volta la banca di Piazza Meda (con soffiata alla stampa che ne impedì il decollo finale) e Bper rimase la banca che è ora. Ma Cimbri si è stancato, ed è come quei presidenti di una squadra di calcio che non vogliono vedere gli allenatori “giochicchiare”. L’impennata dei tassi garantisce utili record e bilanci mai visti prima. Ma Cimbri fiuta il dopo, quando la Bce – se Madame Lagarde si degna – dovrà rimettere mano al costo del denaro. E allora si parrà la nobilitate delle banche: quelle bene amministrate continueranno a fare bene, le altre si sgonfieranno.

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Facile, quindi, che il timore di Cimbri sia quello che serva una guida più muscolare a partire da aprile di quest’anno. Chi al posto di Montani? È logico che Unipol ha già in mano da tempo il nome del sostituto, che svelerà al momento di presentare le liste in vista del rinnovo del board. Di più: quando i giornalisti chiedono al gran capo di Unipol come si comporterebbe in caso di opa ostile o inattesa di Unicredit su Bper ringhia: “Avremo i modi per difenderci”. Tradotto: senza il nostro beneplacito non si fa nulla. È ovvio che il business bancario sia un asset importante di una società però che da oggi, con lo snellimento della compagine societaria, si chiamerà comunque Unipol Assicurazioni, giusto per far capire che il core business, quello vero, resta il primo vero amore.

E dunque è ovvio che se si dovrà trattare con Unipol per Bper non si potrà evitare di fare due chiacchiere sulle partnership assicurative. Che sia Unicredit guidato da “Andrea” o qualche altro istituto, questo rimane ancora tutto da vedere. Su Mps Cimbri non si sbilancia: “Luigi sta facendo bene da solo, non vedo grandi possibilità al momento”. E insomma, il risiko per ora è più una chiacchiera per addetti ai lavori che una realtà. Ma è facile immaginare che chi deciderà di muoversi lo farà sotto traccia, come ha fatto Unipol che in una mattina di metà febbraio ha annunciato un riassetto del gruppo e ha convocato una rassegna stampa show in cui c’è stato il tempo di trasmettere anche una canzone monito per l’amministratore delegato del quinto gruppo bancario italiano. Insomma, come diceva Edgar Allan Poe, “il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista”. Eh già, direbbe Vasco Rossi.