Economia

Via libera da Mediaset Espana al progetto MediaforEurope,Vivendi punta i piedi

Luca Spoldi

Cresce l’insofferenza dei grandi fondi internazionali: lo stallo pesa su chi ha scommesso sia su Mediaset sia sulla controllata spagnola

Dopo lo stop deciso dal Tribunale di Milano che ne ha rigettato i ricorsi, Vivendi minaccia fuoco e fiamme, riservandosi di intraprendere nuove azioni legali per bloccare il varo di MediaforEurope (Mfe), come ha sottolineato il rappresentante del gruppo che fa capo al finanziere bretone Vincent Bollore intervenendo durante l’assemblea degli azionisti di Mediaset Espana che ha approvato le modifiche alla governance della nuova holding olandese del Biscione, dopo che già l’assemblea dei soci di Mediaset aveva espresso il proprio parere positivo sul medesimo argomento lo scorso 10 gennaio. 

L’ultima parola spetta ora al giudice di Madrid che domani deciderà nel merito dopo aver accolto lo scorso ottobre la richiesta di sospensione cautelare avanzata dal gruppo francese (contro la quale ha presentato ricorso Mediaset). Come noto il gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi ha sempre dichiarato di voler utilizzare Mfe come nucleo di un futuro polo europeo in cui far confluire le proprie attività italiane e spagnole (e la quota del 15,1% in ProsiebeSat.1), polo in cui potrebbero poi entrare altri broadcaster europei del settore, dall’imprenditore ceco Daniel Kretinsky (proprietario di case editrici, radio e televisioni in Repubblica Ceca ma anche con forti interessi in Francia, a partire da Le Monde) all’emittente francese Tf1, che fa capo alla famiglia Bouygues. 

Un polo che consentirebbe a Mediaset e alleati di provare a raggiungere una dimensione tale da poter fronteggiare la crescente concorrenza dei giganti americani sempre più focalizzati sullo streaming come Netflix, ma anche Disney, Google e Amazon. Vivendi, che ha inutilmente provato a spingere in questi anni un proprio progetto di “anti-Netflix” del Sud Europa basato su Vivendi-Canal Plus in cui nella visione di Bollore avrebbero dovuto entrare Telecom Italia e Mediaset, ha invece dichiarato guerra al progetto, sostenendo che grazie al sistema di voto multiplo, ritenuto “aggressivo”, il fine ultimo dei Berlusconi sarebbe principalmente, se non unicamente, quello di rafforzare la presa sulle sue attività mettendo definitivamente all’angolo lo “scomodo” socio francese. 

Una visione che non sembra essere stata finora sposata dalla maggioranza degli azionisti terzi di Mediaset, ossia dai grandi fondi italiani ed internazionali cui fa capo una fetta consistente del flottante (23,4% del capitale), come Dimensional Fund Advisors (0,74% del capitale secondo gli ultimi dati disponibili), Vanguard (0,73%), Eurizon (0,51%), Mediolanum (0,44%), BlackRock (0,35%), Lyxor (0,20%) o Bnp Paribas (0,13%) solo per citare i più noti. Anzi, tra i fondi azionisti della controllata (al 41,22%, un altro 17,34% facendo capo al gruppo spagnolo Prisa) spagnola, qualcuno oggi ha detto chiaramente quello che anche molti gestori che hanno puntato sulla capogruppo italiana sembrano pensare, ossia che la guerra al progetto Mfe sta facendo solo perdere soldi a tutti.

Intervenendo in assemblea, il rappresentante del fondo inglese Sand Grove Capital, neppure tra i più importanti nel capitale della società spagnola, che tra i soci vede Jp Morgan Asset Management (1,62% del capitale), Vanguard (1,35%), Tweedy Browne (1,06%), Dimensional Fund Advisors  (0,87%), Artemis Investment Management (0,59%) e Gam (0.43%), ha quantificato in 60 milioni di euro i danni attuali per gli azionisti di Mediaset Espana derivanti dall’azione di disturbo messa in atto da Vivendi nei confronti del progetto MediaforEurope. 

Vivendi stessa dall’11 ottobre scorso, quando il ricorso fu accolto dal tribunale di Madrid, a oggi ha visto peggiorare di ulteriori 85 milioni di euro la sua minusvalenza potenziale sul 28,804% che complessivamente possiede nel capitale del “biscione” (minusvalenza tornata così attorno ai 200 milioni di euro complessivi) e il conto rischia di peggiorare se lo stallo dovesse prolungarsi ulteriormente. Resta, dunque, una sola strada: quella di trovare l’accordo economico sul prezzo a cui i francesi potranno uscire da Mediaset. La pressione del mercato e dei grandi investitori riuscirà là dove la trattativa tra i due gruppi non è finora riuscita? A Piazza Affari più di un analista sembra crederlo, se non ci saranno nuovi colpi di scena a Madrid o Bruxelles.