Economia
Vito Grassi (Confindustria Campania), alleanza valoriale per il Mezzogiorno
L'industriale partenopeo: "Non serve un Piano Marshall di matrice nazionale, ma una visione dello sviluppo del Paese che assegni al Sud una funzione strategica"
"In un Paese normale il Mezzogiorno sarebbe la questione prioritaria da risolvere. Il che non significa necessariamente piani Marshall di matrice nazionale o chissà quali altri trasferimenti di risorse. Significa, semmai, avere una visione dello sviluppo del Paese che assegni al Sud una funzione strategica, e su questo progetto fare leva per politiche di riequilibrio territoriale che diano impulso alla crescita dell’intera Italia". Così il presidente dell'Unione industriali di Napoli e Confindustria Campania, Vito Grassi (al centro nella foto), intervenendo all'incontro "I Giorni del Sud" nell'ambito del Meeting per l'amicizia dei Popoli alla Fiera di Rimini.
Un confronto che arriva in un momento "propizio", spiega Grassi, "in cui il Mezzogiorno è di fatto scomparso dalla politica nazionale. Scomparso non tanto nelle intenzioni di chi ha governato da 30/40 anni a questa parte - anche se agli ultimi esponenti del dicastero ad hoc bisogna riconoscere senz’altro gli sforzi profusi - ma certamente nell’attuazione, da parte di chi ha il potere esecutivo, di qualunque strategia ipotizzata o addirittura legiferata. Nell’assenza di concreti segnali di attenzione, di progetti realizzati, portati a termine e fruibili da tutta la popolazione".
Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. “Il prodotto pro capite del Sud è poco più del 56% di quello del Centro-Nord. La disoccupazione è tre volte superiore a quella del Nord, due volte a quella del Centro”, spiega il numero uno degli industriali partenopei. “E i servizi pubblici, naturalmente, sono quantitativamente e qualitativamente inferiori a quelli del resto del Paese. Mancano strutture e infrastrutture portanti per la vita economica e sociale. Dall’alta velocità, che per ora si è fermata a Salerno, agli asili nido, completamente assenti in tanti comuni". La strada per uscire dall'impasse va disegnata, ha puntualizzato, chiamando a raccolta tutte le forze in campo, dalla politica al mondo produttivo: "Crediamo che la politica debba produrre uno sforzo per riappropriarsi di questioni così strategiche per il futuro del Paese –ha ribadito- Grassi- ma non vogliamo sottrarci al nostro ruolo di classe dirigente e, pertanto, intendiamo partecipare con proposte reali allo sviluppo del territorio, ritenendo che l’interlocuzione con il mondo delle imprese sia indispensabile per disegnare un piano di sviluppo efficiente".
È un gap, quello tra Nord e Sud del Paese, rilancia Grassi, "sul quale pesa una narrazione che pur non volendo nascondere i problemi esistenti, tende a confinarci nell’angolo di una classe dirigente dipinta come incapace o, peggio ancora, ladra di risorse pubbliche. Una narrazione falsa, incompleta e strumentale che va cambiata se vogliamo veramente ripartire dal nostro amato territorio. In che modo? Raccontando le tante realtà che fanno onore ai nostri conterranei e generano, da sole, fiducia nel futuro". L'appello finale del presidente di Confindustria Campania va alla creazione di un'"alleanza di valori":
"I Giorni del Sud non sono certo il luogo adatto a recitare il cahier de doleances, ne è nostra intenzione farlo, ma possono essere il luogo dove, raccogliendo le criticità del territorio meridionale e dando voce ai protagonisti dello stesso, si aderisca all’iniziativa di un’alleanza valoriale proposta dal professore Giorgio Vittadini. Un'alleanza che possa sostenere con successo una proposta vincente ed innovativa utile a tutto il Paese: il Mezzogiorno come grande hub logistico del Mediterraneo, il Sud, e pertanto l’Italia, protagonista assoluto nella propria vocazione Mediterranea, al centro degli scambi nel mercato globale. Si comincerà dal basso e dal confronto con gli altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E si andrà avanti finché una proposta strategica di lungo respiro sia pronta per l’analisi politica e per la sfida più importante: da periferia a centro dell’Europa Mediterranea”.