Spettacoli
Ascolti tv, Diaconale: "Le Parodi a Domenica In? Orfeo le ha ereditate"
Auditel e Rai, Arturo Diaconale: "Di Maio da Fazio? Intervista soporifera". L'intervista
"Il ritardo dei dati Auditel? Immagino ci siano delle ragioni tecniche". Arturo Diaconale, membro del Cda Rai, commenta con Affaritaliani.it il giallo degli ascolti tv in ritardo proprio nel giorno in cui c'era una forte attesa per l'esordio di Massimo Giletti su La 7 (con Non è l'Arena, ndr) e per il suo confronto con la Rai.
Al di là delle ragioni tecniche, questo ritardo arriva proprio in un lunedì cruciale, di attesa spasmodica per i dati Auditel...
"Io non ho la più pallida idea di quali possano essere questi dati e fare un collegamento di casualità. Mi sembra che, anche con un ritardo di 3 o 4 ore, i dati verranno comunque fuori. E a quel punto si potranno fare valutazioni su dati precisi. Eviterei congetture"
Arturo Diaconale
Le teorie cospirazioniste che circolano sul web arrivano a ipotizzare che vogliono nascondere i dati di Giletti...
"Se volessero farlo, i dati non uscirebbero mai. Invece prima o poi usciranno, non si può nascondere una circostanza oggettiva. Se Giletti ha fatto ottimi ascolti buon per lui, se non li ha fatti peggio per lui e meglio per la Rai. Ma anche in questo caso, tutte le cose vanno valutate in tempi non brevissimi, in tempi medi"
Questo caos Auditel rilancia anche le polemiche sullo strumento in sè. Non è forse un po' superato?
"Esistono altre formule? Se ce n'è una migliore la si adotti. Ma è stato allargato e cambiato il numero delle persone su cui si fonda la rilevazione. E già mi sembrava fosse un passaggio in avanti. Poi se ci fossero altre formule migliori che ben vengano"
Altro tema televisivo caldissimo è legato alla presenza di Di Maio da Fabio Fazio su Rai 1. Situazione che ha creato polemiche...
"Le polemiche si possono fare su tutto. Se dovessi farne una, direi che è stata un'intervista po' soporifera. Avrebbe potuto essere più calzante, ma ognuno ha le sue caratteristiche..."
Una situazione che si innesca sulle polemiche legate ai risultati Auditel post-passaggio di Fabio Fazio su Rai 1 in prima serata...
"Questa è una preoccupazione che io avevo. Non è automatico l'innervamento del pubblico tradizionale di Rai 3 su Rai 1. Un processo che non è detto che poi funzioni al meglio. Fino ad ora ha un po' penalizzato Rai 3 e non ha premiato Rai 1. Comunque anche in questo caso ci vuole un po' di tempo di sedimentazione di questi fenomeni"
Massimo Giletti
Al netto dei tempi di sedimentazione, sin qui sembrano esserci stati degli errori anche sulla scelta della Parodi a Domenica In e sull'addio di Giletti alla Rai...
"La scelta delle Parodi risale alla precedente gestione. E si è rivelata non particolarmente fortunata. Giletti lo stimo, ma devo dire che la figura del capo-popolo nel servizio pubblico non è che mi piaccia. Così come ho sempre criticato Santoro... Perché si trasforma il servizio pubblico nel servizio privato di qualche conduttore. Devo dire che Urbano Cairo è un editore particolarmente brillante e preciso e ha utilizzato perfettamente la sinergia tra giornali e canale tv. Se mi passa una battuta, la Rai si dovrebbe dotare di qualche quotidiano per poter fronteggiare la concorrenza"
Al netto che questo non accadrà, quali correttivi può fare concretamente la Rai?
"Bisogna migliorare la programmazione del servizio pubblico. Bisogna ripensare la produzione della Rai, capire cosa si vuole farne e dare un indirizzo preciso che non sia esposto agli umori variabili della politica. In questi ultimi anni, almeno da quando io sono consigliere di amministrazione, siamo stati bersagliati in maniera continua da ogni forza politica"
Orfeo, che ormai si è insediato da qualche mese, che colpe ha nei flop della Rai di questo autunno?
"L'eredità che si è caricato Orfeo è stata particolarmente pesante. L'esperimento del passaggio di quote di pubblico da Rai 3 a Rai 1 è un'eredità. La trasformazione di Rai 2 in un centro di acquisto piuttosto che in un centro di produzione, è stata ereditata. E la gran parte dei programmi oggi in onda risalgono alla gestione precedente. Poi bisogna lasciare anche il tempo a Orfeo di capire e operare in una condizione complessiva che non favorisce"
In che senso?
"Siamo a fine legislatura, con quadro politico e prospettive politiche di totale incertezza. Cose che si riflettono sul servizio pubblico. Se non c'è stabilità è difficile gestirla questa azienda"
Un altro dei punti dolenti di queste settimane è anche legato alle sofferenze negli ascolti dei talk show. La Rai è in sofferenza contro La 7 su questo fronte. Su questo tema che colpe ha Orfeo?
"La 7 può muoversi sul terreno dell'informazione in maniera assolutamente autonoma e segue un determinato indirizzo. La scelta di Cairo è stata quella di conquistare il tradizionale pubblico di Rai 3, arricchendolo di elementi che potevano andare a toccare la sensibilità dell'elettorato 5 Stelle. La 7 è una rete non pluralista, ma orientata. Dal punto di vista commerciale può andare bene. La Rai non può fare una cosa di questo genere, se lo facesse non sarebbe più servizio pubblico, ma altro".