Spettacoli

Asylum Fantastic Fest, una vetrina per il cinema di genere

Di Oriana Maerini

Il primo Festival d’Arte del Fantastico italiano

Presentata, ieri, presso la Casa del Cinema di Roma, la conferenza stampa della II edizione dell’Asylum Fantastic Fest, il primo Festival d’Arte del Fantastico italiano che si svolgerà diretto da Claudio Miani alla presenza dell'Assessore alla Cultura Matteo Leone e di alcuni dei protagonisti del festival tra cui: Ascanio CelestiniGiobbe CovattaJennifer Mischiati   e Claudio Simonetti.


Quest’anno la manifestazione si svolgerà in due edizioni speciali: dal 28 ottobre al 1° novembre a Valmontone Outlet per la “Halloween Edition”, e dal 6 all’8 novembre a Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone per la “Second Edition”.

Fra gli ospiti segnaliamo Marco Bellocchio – che aprirà la kermesse –  Pupi Avati (a cui sono dedicati anche il libro edito da Asylum Press che verrà presentato nel corso del Festival e la retrospettiva “Il male di Pupi Avati”), Ascanio Celestini che incontrerà il pubblico e presenterà Ascanio Celestini - Una storia di periferia, monografia a lui dedicata, edita da Asylum Press, e la cantautrice Grazia Di Michele che terrà un live in acustico e mostrerà al pubblico il suo primo romanzo dal titolo Apollonia (Castelvecchi, 2019).
La “Second Edition”, invece, che animerà la splendida cornice architettonica di Palazzo Doria Pamphilj si aprirà il 6 novembre con Giobbe Covatta, che presenterà il volume a lui dedicato Giobbe Covatta – Un Bianco in Nero a cura di Claudio Miani e Gian Lorenzo Masedu ed edito da Asylum Press. Il 7 novembre sarà la volta di Maurizio Nichetti a cui sarà dedicata una retrospettiva con tutti i suoi film di successo. Inoltre, verrà presentato il libro a lui dedicato Parola al Mimo a cura di Claudio Miani e Gian Lorenzo Masedu, edito da Asylum Press.


A chiudere l’ultima parte della manifestazione sarà invece il maestro del cinema horror Dario Argento l’8 novembre, che sarà anticipato dalla presenza di Federico Zampaglione a cui verrà conferito l’Asylum Lord Of Terror 2020. A chiudere il Festival la musica di Claudio Simonetti (fondatore dei Goblin) che terrà un concerto su stralci cinematografici e live painting performance del tatuatore Welt.

Affari italiani ha intervistato il regista Roberto Leggio, già co-autore del cult “Road to L. - Il mistero di Lovecraft” che, il primo novembre, presenterà, in anteprima il teaser del suo nuovo docufilm “Godico Padano – Sulle traccie di Buono Legnani, il pittore delle agonie”, un viaggio all’interno del cinema di Pupi Avati.

Che valore hanno i festival del cinema di genere?

Tutti i festival hanno valore. Nel caso specifico dell’horror, serve a dare visibilità a film o progetti che per un motivo o per l’altro non arrivano al grande pubblico. Il genere horror non si può considerare di nicchia. Ormai non più. E’un genere che piace a quasi tutti, perché esorcizza le nostre paure più viscerali. Non tutti sono bei film, ma è un genere molto battuto dai film maker alle prime armi. Molti registi affermati nel mondo, come David Fincher, hanno mosso i primi passi nell’horror.

Come è nata l’idea di questo omaggio al cinema gotico di Pupi Avati?

Il “Gotico Padano” è un genere creato da Avati. Così battezzato per le ambientazioni e per le suggestioni che il Po ed il suo delta hanno capacità di creare. L’idea di questo film, che poi parte da La Casa dalla finestre che ridono, ma poi si addentra nello specifico del cinema di Avati, è nata quasi per caso. Gabriele Grotto, l’altro regista del film, assieme con suo fratello e un loro amico erano andati per gioco a fare una scampagnata sui luoghi dove il film è stato girato e li hanno fatto delle scoperte stupefacenti. Hanno conosciuto molti fan che da anni, dico anni, ripercorrono le location del film. Ma la cosa che ha fatto scattare la scintilla è quando hanno sentito dire che per molti Buono Legnani, il pittore pazzo del film è esistito veramente e soprattutto non è morto! Non lo dicono solo i fan più sfegatati, ma anche alcuni vecchietti di Comacchio, cittadina dove il film è ambientato. Gabriele a questo punto mi ha chiamato e con lui abbiamo iniziato fare delle ricerche. Così ho potuto toccare con mano che Buono Legnani è diventato leggenda. E’ “metacinema” allo stato puro: da personaggio inventato da Avati si è arrivati al mito. Con questo spirito abbiamo girato il film. E’ un documentario, ma è anche un film. Volendo è un crossover di tutto il genere fantastico toccato da Pupi Avati.

Il teaser è inquietante e pone molte domande. Per quando pensa sarà terminato?

Purtroppo il Covid19 ha rallentato le riprese. Pensiamo che se tutto andrà bene sarà pronto per la primavera  prossima. Il film non ha ancora una distribuzione e quindi lo faremo girare per i festival.

Non è la prima volta che affronta i misteri del Po...

Si potrebbe definire una passione. Forse perché sono stato imbevuto fin da piccolo dalle leggende che si raccontano in questa fetta del Nord Italia dal quale provengo. Con il mio primo film, Road to L. – Il mistero di Lovecraft, ho narrato le leggende legate al territorio del Po Veneto, questa volta ho esplorato i miti del Po Ferrarese. In entrambi i casi, tutto deriva dai racconti contadini: streghe, mostri d’acqua e di terra, ma anche morti ed esseri fantastici. Si tratta di un substrato culturale narrato per via orale che è diventato tradizione. Si trattava di racconti, che spesso venivano narrati sotto forma di fiabe del terrore, per spaventare i bambini… per farli stare buoni, ma anche per far passare le lunghe fredde notti invernali. La casa dalle finestre che ridono, ad esempio, è nato da un racconto che aveva terrorizzato Avati quando era piccolo: la storia di un prete-donna. Quindi di storie volendo ce ne sono a bizzeffe. Come i misteri che aleggiano su quei luoghi. Nel mio piccolo ho cercato di svelarli.