Fano diventa capitale del jazz
La 24esima edizione del festival Fano Jazz By The Sea si propone come un’immersione a 360 gradi nel mondo intenso e suggestivo della musica afroamericana
Di Raffaello Carabini
Il critico e poeta americano Kenneth Rexroth nel 1958 scriveva a proposito della domanda “cos’è il jazz?”: “ci sono tante risposte almeno quanti sono i critici jazz, non differiscono profondamente tra loro, ma sono variegate. E dovrebbe essere così. Le questioni generali inerenti l’arte non dovrebbero ammettere risposte troppo specifiche.
Se chiedeste a un comitato di esperti “cos’è il cubismo?” o “cos’è il barocco?” avreste in maniera simile delle risposte varie. Per di più prendete la questione “cos’è il cubismo?” se non avete mai visto un quadro cubista, le risposte dei maggiori esperti non vi aiuteranno a visualizzare un quadro che abbia una qualche rassomiglianza al lavoro concreto. L’ultimo appello della critica è sempre per la diretta esperienza del lavoro dell’arte stessa.”
Il ragionamento è di quelli determinanti e suggerisce semplicemente di andare ad ascoltare il jazz per farsene un’idea personale. E in quest’estate torrida tutta la penisola è punteggiata di festival e di avvenimenti che aiuteranno ognuno di noi molto più dell’ascolto casalingo di un cd oppure di un mp3. Perché dal vivo è meglio, sempre.
Il compito del critico e del giornalista si riduce quindi al suggerimento sulla scelta, all’indicazione di quale potrebbe essere il migliore per aprire la mente al piacere della musica afroamericana e anche al contesto di ascolto in cui la si può ammirare. Optiamo per un festival “classico”, che taglia ormai il traguardo della 24esima edizione, il Fano Jazz By The Sea, che dal 24 al 31 luglio allieterà il lungomare della cittadina marchigiana, con il corollario iniziale, due sere prima, del concerto in piazza XX settembre di Noa, la stupenda cantante israeliana ormai di casa in Italia.
Saranno però i concerti successivi e tutte le manifestazioni collaterali a rendere Fano una delle città più jazzistiche della prossima estate. A cominciare da quelli al Teatro della Fortuna: il formidabile trio formato dal chitarrista John Scofield, dal pianista Brad Mehldau e dal batterista dell’ultimo album di David Bowie, Mark Guiliana, il gruppo più atteso dell’estate 2016 (domenica 24); gli Yellowjackets, da quasi quarant’anni alfieri indiscussi della fusion music (lunedì 26); il Volcan Trio, delle icone del latin jazz Gonzalo Rubalcaba al piano, Horacio “el Negro” Hernandez alla batteria e Armando Gola al basso (martedì 26); il quintetto del sassofonista Kenny Garrett, una scoperta di Miles Davis (mercoledì 27).
Seguiranno gli eventi alla Corte Sant’Arcangelo: giovedì 28, in prima italiana, il trio anglo-norvegese Phronesis; venerdì 29 il notevole quartetto del contrabbassista svedese Lars Danielsson; sabato 30 il quartetto del più versatile batterista italiano, Roberto Gatto. Da segnalare poi le solo performance pomeridiane (ore 18,30) nella splendida cornice della Pinacoteca San Domenico, dei trombettisti Luca Aquino e Giorgio Li Calzi (eccezionalmente con il violoncellista classico Manuel Zigante all’Abbazia di San Vincenzo al Furlo domenica 31), del percussionista Michele Rabbia, dei sassofonisti Dimitri Grechi Espinoza e Gavino Murgia (30 luglio), quest’ultimo specialista anche delle launeddas, tra i simboli del folk sardo.
Infine proposte dedicate ai legami fra jazz e cinema, miniescursioni a bordo del caicco Regina Isabella, presentazioni di libri, concerti-aperitivo e lo spazio per i giovani talenti (ogni sera alle 23 nella chiesa di san Francesco). Il tutto chiuso, domenica 31 luglio, con l'esibizione alla Golena del Furlo di Acqualagna dell’americana No BS! Brass Band, spettacolare formazione che fonde lo spirito delle bande di soli fiati di New Orleans con il funk di James Brown e il rock dei Led Zeppelin.