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Spettacoli
L'acqua e la farina, lo spettacolo sulla Sora Lella a teatro

Aldo Fabrizi e Sora Lella: L’Acqua e la Farina

A Roma nella storica Trattoria Sora Lella, Mauro Trabalza, appassionato di fotografia gestisce da quarant’anni con i fratelli, la famosa trattoria appartenuta alla nonna, portando avanti la tradizione di famiglia e quella romanità che Aldo Fabrizi e la Sora Lella, hanno sdoganato rendendola famosa e conosciuta in tutto il mondo. L’Acqua e la Farina è lo spettacolo teatrale che va in scena in prima nazionale, allo storico Teatro della Garbatella e racconta per la prima volta la storia dei fratelli Fabrizi, mettendo in luce il loro rapporto. Il testo, inedito, scritto da Antonio Nobili con la collaborazione di Alessio Chiodini (con un intervento di Enrico Tamburini) che in doppio ruolo, gestisce il fil rouge dello spettacolo ha come interpreti: Mary Ferrara nel ruolo della Sora Lella, Mauro Trabalza nel ruolo di sé stesso (nipote della Sora Lella), Luigi Nicholas Martini nel ruolo di Aldo Fabrizi, Enrico Tamburini nel suo ruolo di conduttore, Ilaria Mariotti nel ruolo di Teresa, la collaboratrice della trattoria. Mauro Trabalza, chef naif, come ama definirsi, appassionato di fotografia ci apre le porte della Sora Lella, permettendoci di sbirciare tra i ricordi di famiglia e verificare se davvero si senta ancora, a fornelli spenti, il profumo dell’amatriciana.

Mauro nello spettacolo teatrale che racconta, in modo inedito, la storia dei fratelli Fabrizi interpreti te stesso. Quanto è stato difficile?
Da ragazzo ho fatto la scuola di cinematografia, ma l’idea di interpretare me stesso è stata di Mary Ferrara e Antonio Nobili, che nello scrivere lo spettacolo, hanno delineato il mio personaggio, ironico e bonaccione, talmente aderente alla realtà che non ho potuto fare a meno di accettare di scendere in campo. Non è stato difficile, ma di certo è un’esperienza forte, che mi emoziona e mi commuove. È un viaggio nei ricordi, tra gli affetti più cari che mi fa anche divertire, bellissimo.

Come ti è venuta l’idea di realizzare L’Acqua e la Farina?
Sono cresciuto con i racconti di nonna, con gli insegnamenti di papà che era un vero poeta e per questa ragione anche il nipote preferito di zio Aldo. Papà aveva scritto un libro che in buona sostanza ha ispirato lo spettacolo. Ho da sempre l’idea di voler condividere la storia della mia famiglia e un giorno, per caso, scattando delle fotografie in teatro dove Mary stava lavorando si è accesa la lampadina. In lei ho visto l’interprete perfetta per la Sora Lella e gliel’ho detto immediatamente, trasformando il sogno, in progetto.

Mary Ferrara come hai reagito alla proposta di Mauro?
Mi ha commossa e al tempo stesso intimidita. Ho amato da sempre sua nonna e mai avrei pensato di interpretarla, ma mi sono fidata del suo intuito e dall’amore che lo lega a lei. Per me è stata una vera sfida, in cui ho cercato di ritrarla con le sue espressioni più riconoscibili, come la risata. La sua era unica e inconfondibile e quando ho visto Mauro, guardarmi con gli occhi lucidi, ho capito che ci ero riuscita. Il mio ruolo non è la Sora Lella degli ultimi anni, quella di Verdone, per intenderci, ma più giovane e credo di avere vinto la mia sfida.

Antonio Nobili come nasce il titolo? Ci presenti L’Acqua e la Farina?
“Du cose diverse, completamente diverse quanno stanno lontane, ma quanno stanno insieme…”Danno vita ar pane…la cosa più bella del mondo…” i due fratelli Fabrizi erano apparentemente molto diversi, eppure insieme davvero speciali proprio come l’acqua e la farina. Dal tufo dei mattoni dell'Osteria Sora Lella a Roma ancora si sentono e vivono storie immortali legate ad Aldo Fabrizi e la stessa Sora Lella. Una immortalità che nello Spettacolo Teatrale L'Acqua e la Farina viene narrata attraverso la presenza ancora viva e costante (a volte invadente) delle anime dei due grandi protagonisti del Cinema Italiano.

Mauro è vero che si sente ancora oggi la presenza di nonna in Osteria?
Sono quarant’anni che gestisco con i miei fratelli la Sora Lella e sono cresciuto con il privilegio dei suoi racconti. Sono convinto che non se ne sia mai andata, ma che si aggiri ancora indisturbata tra i tavoli e ogni tanto si sente il profumo della sua amatriciana, anche quando i fornelli sono spenti. Ho ricordi bellissimi, dopo le scuole andavo ad aiutare papà in sala, con nonna che teneva sott’occhio tutto. Ad un certo punto, prendeva il blocchetto in mano e passava lei a prendere gli ordini, riuscendo con abilità a far ordinare a tutti le stesse cose, per facilitare nelle ore di punta, il lavoro della cucina. Poi capitava che qualcuno, sottovoce, timidamente chiedesse a papà: “Mi dia un filetto, per favore, sono a dieta!”. Chi viene in trattoria non va via senza la foto davanti al ristorante. Papà diceva abbiamo il museo, facciamo pagare il biglietto!

Debutta in ottobre L’acqua e la Farina e nello stesso mese, esce anche un libro. La storia della famiglia, le tradizioni e l’Osteria cosa sono per te?
Per me e i miei fratelli è casa, sono le nostre radici. Io sono il più grande nato nel ’62, poi Renato del ’64 e infine i gemelli Elena e Simone del ’72. Renato è lo Chef, io sono solo il cuoco Naif, che lo sostituisce quando non c’è, Simone si occupa del vino ed Elena cura tutta la parte amministrativa e se non ci fosse, bisognerebbe inventarla! Papà ci ha trasmesso tutto questo: è stato un grande maestro nel lavoro e nella vita e un padre meraviglioso. È molto bello poter condividere tutto questo, mantenendo viva la tradizione, che ci scorre nel sangue. Annamo bene (Giunti Editore) è stato scritto da mio fratello Renato e raccoglie sessanta ricette sulla cucina romana della Sora Lella, con la prefazione di Carlo Verdone che portò nonna alla ribalta negli anni ’80 come attrice. Mio fratello ha voluto scriverlo proprio per trasmettere una testimonianza fedele di quella che è la romanità. Tutto questo è stato possibile grazie agli insegnamenti di papà e con amore per la tradizione e la famiglia, nella speranza di lasciare qualcosa di autentico a tutti.

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