Spettacoli
La nuova Rai di Campo Dall'Orto? "Per te e per tutti...". Vedremo...
Dall'Orto si presenta a inserzionisti e opinion leader come uomo di contenuti. E questo fa la differenza con il suo predecessore, Luigi Gubitosi
Una prova di forza, di sicurezza, consapevolezza. La nuova Rai di Antonio Campo Dall'Orto presenta i suoi palinsesti autunnali e stupisce chi ne aveva lamentato il silenzio e una certa ambiguità: grande gioco di squadra con il 33 per cento di programmi rinnovati, impegno forte sui contenuti di qualità ("Il centro di tutto"), grande spinta all'utilizzo delle nuove piattaforme digitali, una politica commerciale molto aggressiva e al passo coi tempi.
"In cammino verso la media company", è la sintesi del discorso molto caldo e inspired del 53enne manager veneto. Laureato in economia, forte specializzazione in marketing, famoso per aver dato vita con Mtv a una straordinaria esperienza di creatività televisiva, Campo dall'Orto è un direttore generale-capo azienda (una sorta di Ceo anglosassone) che ha un potere mai avuto dai suoi predecessori e mostra di muoversi già con lucidità, competenza e gusto, in equilibrio sinergico tra la forza consolidata della tradizione della mamma di tutti gli italiani ("Per te. Per tutti" recita il play off) e la grande disruption (discontinuità e scompiglio) imposta dalla rivoluzione digitale.
Capelli fluenti ma ordinati e corti per l'occasione, occhi verdi, Dall'Orto si presenta subito a inserzionisti e opinion leader come un uomo di contenuti. E questo fa la differenza con il suo predecessore, Luigi Gubitosi, un uomo di finanza messo lì da un premier tecnico come Mario Monti col compito, riuscito, di mettere ordine nei conti e cercare di ridurre il potere famelico e paralizzante dei partiti.
L'arrivo di un uomo di contenuti si vede, scorrendo le novità dei palinsesti (clicca qui). Grande intrattenimento con la musica al centro, grande sport, molta attenzione al sociale, visione internazionale, sensibilità e antenne sul costume, sulla cultura e sulla società vanno di pari passo con un provvidenziale ridimensionamento della politica, specie quella da corridoio e di Palazzo, che aveva distrutto i talk show.
Un grande supermercato, la Rai dove "il domani comincia oggi", dove c'è n'è per tutti i gusti e tutti i pubblici, dal mainstream alla nicchia, con interessanti novità annunciate su tutte le reti e in particolare da una professionista brava e indipendente come Daria Bignardi alla guida di una Rai3 meno partigiana e più fru fru.
Campo dall'Orto si fa sfuggire nel suo intervento ricco di grafici, slide e foto, che sta facendo ora in Rai, specie in materia di tecnologie digitali, cose che aveva fatto già nel privato addirittura 10 anni fa a riprova di quanto la strada sia lunga. Ma sembra partito col piede giusto. I primi segnali, sia in termini di audience che di ricavi pubblicitari, sembrano dargli ragione (una manna l'Italia agli Europei), come ha sottolineato con soddisfazione il bravo capo della pubblicità Fabrizio Piscopo.
Perfetta la sintesi finale di Campo Dall'Orto, direttore generale nato con la camicia (ma rigorosamente senza cravatta, pur in un'occasione pubblica e formale, come prescrive l'etichetta della new economy), potendo contare, a beneficio del suo bilancio e delle sue coronarie, sulle certezze del canone: "È' questa la grande sfida che dovrà portare l'azienda a diventare una media company in grado di competere a livello internazionale per qualità e pervasività dei propri contenuti".
Con una missione molto chiara: "Rendere il servizio pubblico radio televisivo sempre più universale è la nostra missione principale; parlare agli italiani con autorevolezza ed equilibrio, molteplicità dei punti di vista e qualità dei contenuti saranno i pilastri sui quali la Rai, grande patrimonio degli italiani, potrà costruire il proprio futuro e ambire a migliorare quello dei cittadini".
Le premesse ci sono tutte. Staremo a vedere, dunque.