Esteri
Smettiamo di essere anti-occidentali, come sconfiggere il terrorismo

Di Salvatore Passaro
Il sangue freddo non ci manca. Ne abbiamo da vendere sia di fronte a quello che è successo sia di fronte alle reazioni di chi ci governa e ci informa
Mancherebbero invece le provocazioni del sangue caldo, quelle frasi, quelle scelte, quelle decisioni che davvero sposterebbero il senso delle cose e cambierebbero lo scenario.
Tranne una, il titolo di Belpietro all'indomani del venerdì 13 di Parigi
Bastardi islamici. Condannato, bannato, bandito e chi più ne ha più ne metta
Un titolo forte che ha sorpreso per la sua dirompenza. Non entro nel merito dell'articolo, mi fermo al titolo.
Sia il titolo che le reazioni che ha provocato hanno mostrato qualcosa di molto importante: la paura di tutti.
Usiamo la logica e stavolta il vero sangue freddo: l'Isis non può far paura. Sono 15mila combattenti, vendono petrolio rubato per vivere e comprano le armi dagli emiri a cui noi occidentali le vendiamo.
Li potremmo spazzar via in un attimo se volessimo.
Quindi la minaccia non è l'Isis.
Quel titolo e le reazioni ad esso lo disvelano per la prima volta in maniera potente: la vera paura che sta in tutti noi non sono non i 15mila poveracci dell'Isis ma i milioni di mussulmani in casa nostra (anche casa loro, da un certo punto di vista)
Abbiamo paura dell'islam in casa ed i motivi sono semplici: i terroristi sono mussulmani europei, guardano all'Isis o ad Al qaeda o chissà chi altro per rivoluzione e gioventù
Sono figli di mussulmani che qui sono stati accolti, aiutati, integrati.
Cioè figli di gente con cui l'occidente ha stretto alleanza.
Nei loro gesti quest'alleanza viene tradita. Così la paura di chi si sente tradito - cioè noi - ha la forma gigantesca di un dubbio: quanti sono a pensarla così?
Per questo per la prima volta i mussulmani d'italia sono scesi in piazza. Hanno capito che stavolta il limite è stato passato. E' evidente che la maggior parte di loro non vuole la guerra con l'Occidente, non si sente terrorista nè appoggerebbe mai azioni stragiste.
Ma noi abbiamo il sospetto che invece esista una minoranza che appoggia tutto questo. La vera paura è che non sappiamo quanto sia grande.
Quindi che fare?
L'Islam in Europa si sta allargando, forte del modello turco, della propulsione demografica e dell'imprinting culturale.
Da qui a vent'anni saranno 30 milioni, i rapporti di forza saranno ben altri. Se le nostre paure sono fondate rischiamo di fronteggiare tentativi di occupazione culturale e politica.
A meno che non si ristabilisca una regola fondamentale dell'accoglienza e dell'integrazione che permette ad ogni sistema di non morire per occupazione: "se vieni in Occidente diventi occidentale".
Può l'islam che abbiamo in Europa trasformarsi in 'occidentale'?
Non lo so. Non mettiamo limiti alla provvidenza ovviamente può anche darsi che questo accada, niente più chador, niente più donne segregate, niente più guerra agli infedeli, jiahd e così via.
Tutti insieme a far crescere e prosperare le città, l'Europa, l'America.
Ma se invece questo non dovesse essere possibile allora lo scenario che stiamo vivendo va rivisto come quello di tempi passati in cui con le regole democratiche facemmo nascere le dittature e ci suicidammo con la tolleranza.
La democrazia ha dei limiti e la tolleranza pure. Guai a dimenticarlo, con la democrazia eleggemmo Hitler e 'tollerammo' l'olocausto in casa nostra.
E' evidente che la nostra risposta (culturale e politica) non può essere la retorica dei social network e dei giornali, del mediocre buonismo delle tv e delle canzoni, dei minuti di silenzio (fischiati ad Instabul...), delle frasi fatte, trite e ritrite. Neanche la risposta politica di inutili summit, inni nazionali e visi timidi e impauriti, divisioni, cerchiobottismi e bassa propaganda...
L'unica strada per l'Europa e l'America è che funzioni il modello occidentale sia come cultura in cui integrarsi sia come sistema capace di stoppare e respingere culture e politiche che si dichiarino contro.
Senza se e senza ma, anche a costo di revisioni costituzionali adatte alla storia di questi anni.
Possiamo farlo. E possiamo riuscirci.
Prima di tutto dobbiamo smettere di essere i primi critici di noi stessi, di autoaccusarci continuamente, di essere noi stessi anti-occidentali.
Poi come occidente tutto dobbiamo fare un passo indietro e ripresentarci sullo scenario mondiale senza più ipocrisie affaristiche (il trust delle armi e del petrolio), liberi da accuse di doppiopesismo (Palestina e Israele), di neocolonialismo (Africa subsahariana,Mali, Libia) , capaci di integrare e occidentalizzare chi viene a vivere da noi.
Infine agire con tutta la forza economica e finanziaria possibile per fare da volano alle economie deboli del mondo senza inventarsi guerre e malattie.
Una volta per tutte bisogna agire seriamente.
A sangue freddo