Esteri

COP21, Bloomberg: “Gli investitori hanno già abbandonato i carburanti fossili”

di Paola Serristori

Michael Bloomberg, uno degli uomini più ricchi del mondo, proprietario del network di analisi ed informazione finanziaria Bloomberg LP, e per dodici anni sindaco di New York, punta sulle energie rinnovabili. Si aggiunge all'elenco di “virtuosi” uomini d'affari, dopo Bill Gates ed Al Gore, che hanno voluto accostare il loro nome alla ventunesima edizione della Conferenza delle Parti organizzata dalle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP21), in corso a Le Bourget. Non ci sarebbe bisogno di aggiungere dettagli per fare capire che un altro cambiamento, quello del sistema economico, è già cominciato. “Investimenti di migliaia di miliardi di dollari hanno già abbandonato il settore dei carburanti fossili per passare agli asset a bassa emissione di ossido di carbonio (CO2)", ha sottolineato Bloomberg durante il dibattito sul tema “Cambiamento climatico e mercati finanziari”, accanto a Mark Carney, Governatore della Banca d'Inghilterra, a propria volta uno degli esperti di primo piano della Finanza mondiale. Carney racconta di quando all'ultimo G20 di Antalya ha consigliato di creare una task-force per conoscere i rischi di esposizione finanziaria delle aziende legati all'emergenza climatica. Il magnate Bloomberg, per la sua esperienza specifica, sarà della partita. Financial Stability Board di Basilea, organismo di vigilanza sul sistema finanziario mondiale, in cui sono rappresentati i Paesi del G20, stabilirà le linee guida. Le società saranno valutate sotto il profilo dell'affidabilità anche nel quadro delle attività più o meno suscettibili di perdite a causa dell'aumento della temperatura e dei danni provocati, e per come esse affrontano la transizione dal sistema produttivo attuale a quello con energie pulite. Il settore più esposto appare sin da ora quello assicurativo, per via dei danni dei disastri ambientali.

Che cosa spinge gli investitori a puntare sulle energie rinnovabili? Se lo chiede Bloomberg, che però deve avere già trovato le risposte come imprenditore. Questa la sua analisi: “Prendiamo ad esempio la Cina. Oggi in nessuna città gli abitanti sono acquiescenti col governo sull'inquinamento. E' un Paese che sta costruendo l'economia e che deve tenere conto delle manifestazioni della popolazione. 'Ehi, la gente vuole aria pulita', dicono i politici. Non solo a Pechino, le altre grandi città hanno lo stesso problema. Questo è lo scenario ed i governi devono muoversi di conseguenza. In America neppure il Presidente sa che cosa succederà, non lo sa il Congresso. Però il Presidente Obama ha capito il problema. New York è una città implosa, la gente si ammala di diabete e cancro, dove l'aspettativa di vita è più breve che altrove. Se vuoi vivere poco spostati a New York! Ma se la gente dice 'voglio acqua ed aria pulita' il governo questo fa, non ha altra scelta. Ora le persone pensano 'oh sì, il cambiamento climatico... ma non mi riguarda'. In definitiva, ciò che convince gli investitori è la combinazione tra volontà espressa che spinge i governi ad agire e le informazioni chiare sugli effetti del cambiamento climatico. Ed in questa COP21 le notizie sono molto chiare”.