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Pechino, torna il virus. Stop sport ed eventi culturali. Paura seconda ondata

Coronavirus, Cina: nuovo focolaio a Pechino

La Cina teme un “alto rischio” di diffusione del Covid-19 dopo il focolaio al mercato all’ingrosso di Pechino Xinfadi, che ha provocato da giovedì a oggi 79 casi accertati di contagio. Lo ha dichiarato la vice primo ministro Sun Chunlan, a capo delle operazioni anti-epidemia del governo cinese.

Pechino ha già imposto il lockdown a undici quartieri nei pressi del mercato e ad altri dieci nel distretto nord-occidentale di Haidian, dove sono stati rilevati casi accertati di Covid-19. Ogni manifestazione sportiva e culturale è stata bloccata. 

Finora sono stati condotti 76.499 test dell’acido nucleico su persone entrate recentemente in contatto con il mercato Xinfadi, che hanno portato a 59 i nuovi casi positivi al coronavirus.

Pechino: licenziati funzionari locali per i nuovi contagi da coronavirus

Per il nuovo focolaio è stata aperta un’indagine e sono stati rimossi dall’incarico alcuni funzionari locali: Zhou Yuqing, vicedirettore del distretto di Fengtai, per inadempienza nel controllo e nella prevenzione dell’epidemia, e Wang Hua, segretario del partito del villaggio di Huaxiang, a Fengtai. Rimosso dall’incarico anche il general manager del mercato all’ingrosso Xinfadi, Zhang Yuelin.

Sun, citata dall’agenzia Xinhua, ha chiesto “le più severe indagini epidemiologiche” al mercato e nei pressi della struttura, uno “scrupoloso rintracciamento della fonte” del focolaio e un aumento dei test dell’acido nucleico nelle aree più esposte al mercato all'ingrosso.

Il mercato Xinfadi è il più grande della città e di tutta l'Asia, con una superficie di 1,12 milioni di metri quadrati, pari a 157 campi da calcio. Attraverso la struttura, chiusa nella notte tra venerdì e sabato scorso, transita circa l’80% dei generi alimentari destinati alla capitale cinese: in media, ogni giorno vengono scambiate 18mila tonnellate di verdura e 20mila tonnellate di frutta, e sono in vendita anche carne e prodotti ittici.

La chiusura del mercato ha generato timori di un aumento dei prezzi dei generi alimentari, anche se funzionari della municipalità hanno assicurato di avere messo in campo “differenti misure e differenti canali per assicurare che le necessità quotidiane a Pechino siano garantite”.

Test dell'acido nucleico

La municipalità di Pechino sottoporrà al test dell’acido nucleico 200mila residenti di 7.120 comunità residenziali, come ha dichiarato un funzionario locale, Xu Ying, aggiungendo che nel lavoro di controllo e prevenzione dell’epidemia vengono impiegati circa centomila assistenti sociali, e che le duecentomila persone identificate, che hanno visitato il mercato dal 30 maggio a oggi, si trovano già in quarantena a casa.

Finora sono stati sottoposti al test circa 90mila persone e altri ottomila operatori del mercato, che si trovano anch’essi in regime di quarantena. “Gli sforzi di contenimento dell’epidemia sono rapidamente entrati nella modalità da tempo di guerra”, ha aggiunto Xu, ricorrendo a un’espressione molto utilizzata dai funzionari cinesi negli ultimi giorni. “In tutti i complessi residenziali di Pechino” ha concluso il funzionario “sono state innalzate le misure per il contenimento dell’epidemia, con personale di guardia 24 ore al giorno e il controllo della temperatura per chiunque entri”.