Esteri
Coronavirus, l'Ue chiude le frontiere esterne dello spazio di Schengen
Coronavirus, l'Ue verso il divieto di ingresso dai Paesi non-Schengen. Eccezioni per i residenti dell'area Schengen che rientrano in patria o viaggi essenziali
Coronavirus: Macron, chiusura Schengen da domani ore 12
Da domani a mezzogiorno lo spazio di Schengen chiude le sue frontiere esterne. Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron. "Per proteggerci e contenere la diffusione del virus, ma anche preservare i nostri sistemi sanitari, abbiamo preso, fra Europei, una decisione comune - ha detto rivolto ai francesi - Da domani a mezzogiorno, le frontiere di ingresso dell'Unione europea e dello spazio Schengen saranno chiuse. Tutti i viaggi fra paesi extra europei e Unione europea saranno sospesi. Le francesi e i francesi che si trovano attualmente all'estero e vogliono rientrare, potranno pero' certamente raggiungere il loro paese".
Coronavirus: tornano frontiere in Europa, Ue teme stop merci
Lunghe code ai valichi, camion carichi di merci fermi per ore a causa dei controlli, il rischio che supermercati e farmacie possano ritrovarsi con gli scaffali vuoti di cibo e medicinali. L'Europa colpita dal Coronavirus sembra cedere su uno dei pilastri su cui si fonda l'Unione europea, ovvero la libera circolazione di merci e persone. E i 27 continuano ad andare in ordine sparso. Il Trattato di Schengen prevede la possibilita' di deroghe in caso di emergenza o di minaccia e puo' essere sosspeso fino a due mesi. Le deroghe sono state ampiamente utilizzate per l'eemergenza terrorismo, ma il dilagare del Covid-19 sembra riportare il Continente ai tempi delle frontiere chiuse. La Commissione europea prova a mettere un freno e propone ai paesi corsie preferenziali per garantire la circolazione di merci, a cominciare da cibo e materiale medico. Dopo che l'impegno assunto dagli Stati membri appena sei giorni fa di "coordinare" la risposta al Covid-19 non e' stato rispettato. Finora otto paesi - Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Estonia e Germania - hanno notificato alla Commissione l'introduzione di controlli alle frontiere. A questi si sono aggiunti Svizzera e Norvegia che, pur non essendo membri Ue, appartengono alla zona Schengen. Altri - come la Spagna e la Slovenia - non lo hanno ancora fatto. Le misure introdotte sono diverse: dai semplici controlli sanitari su chi entra, al divieto totale di ingresso per chi non e' residenti. Risultato, la Commissione ha gia' constato lunghe code di camion ai valichi di frontiera. Le merci sono bloccate e questo aggrava l'impatto economico del Coronavirus.
"Abbiamo prove di chilometri e chilometri di code in alcuni posti di frontiera. I camion non sono stati in grado di passare a causa dei controlli a quella frontiera o dell'effetto domino a causa di frontiere chiuse in un altro paese". Ha detto il portavoce della Commissione, Eric Mamer, spiegando le ragioni delle linee guida sui controlli alle frontiere presentate oggi. In un'economia altamente integrata come l'Ue, il rischio e' che non arrivino piu' prodotti alimentari, medicinali, materiale medico, ma anche le componenti per la produzione nelle fabbriche degli Stati membri. Lo scenario nel medio periodo e' da incubo. Mascherine e materiali protettivi potrebbero non arrivare negli ospedali. Gli impianti di produzione si ritroverebbero paralizzati. Sugli scaffali dei supermercati rischierebbero di scomparire i prodotti che arrivano da altri paesi. "E' vitale mantenere la continuita' del trasporto delle merci nell'Ue. Per questo proponiamo delle corsie rapide, preferenziali, per il trasporto di medicinali ed equipaggiamenti medici, cibo e servizi essenziali", ha detto von der Leyen. "Cerchiamo di anticipare", ha spiegato il portavoce della Commissione: "siamo in un'economia in cui il 'just in time' e' un fattore chiave. Molte imprese operano con livelli di stock molto bassi e dipendono da un flusso continuo di componenti per continuare a operare". La domanda e' se i singoli governi ascolteranno la Commissione e salvaguarderanno un minimo il mercato interno, oppure se preferiranno continuare con misure alle frontiere che sono giudicate inefficaci ma che gli occhi delle opinioni pubbliche nazionali appaiono forti. La certezza e' che il Coronavirus, molto piu' delle precedenti crisi del debito sovrano o dei migranti, sta facendo tremare le fondamenta dell'Ue.