Esteri
Crisi Ucraina, Putin ha ragione: è fallito il modello di governo democratico
Guerre interminabili, sia militari più o meno sotterranee, sia di tipo democratico, con cambi di direzioni tra filo russi e filo americani...
La trappola (sintesi allegorica del destino umano, a causa del nostro “cuore” o carattere).
Ogni personaggio rappresenta una nazione: Italo, Franco, Germano, Albio, ecc... Sono in perenne guerra, per ogni possibile motivo. Il Coro, tipo tragedia greca, piange, compiange in continuazione, ogni guerra. Con la scoperta del raggio della morte, che polverizza il colpito, viene costruita una trappola: ogni personaggio-nazione ha un metro quadrato di spazio, in cui può oscillare con attenzione, per non essere polverizzato dai laser incrociati che limitano il suo quadrato disponibile.
Tutto risolto, finite liti e guerre. Il Coro cessa i pianti greci e inizia a cantare un Inno alla Pace e alla Gioia, finché una voce solitaria parla Fuori dal Coro e si ribella al piattume della soluzione della Trappola. Il Coro zittisce la voce solitaria, dicendo che la regola del Coro è la voce unica.
Ma con l’affermazione “Questa non è vita ma è morte”, la voce solitaria porta dalla sua parte altre voci e ne nasce una zuffa. I personaggi-nazione restano immobilizzati nella Trappola, mentre i membri del Coro fanno a botte: la coscienza degli immobilizzati è in guerra con sé stessa.
Morale: sarà vero il caro a Fusaro “sempre sia lodato Carlo Marx”, per risolvere il problema delle guerre e del caos ricordato, tipo metanodotto, ma è altrettanto vera anche la definizione di “inquieto” data al nostro cuore da Sant’Agostino.
E il cuore inquieto... mal si adatta a La trappola.
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