Esteri

Cuba, Raul Castro dice basta. Venerdì addio al Partito Comunista Cubano

di Alessandro Grandi

Per dieci anni dal 2008 al 2018 ha ricoperto il ruolo di Capo di Stato e di Governo a seguito delle dimissioni del fratello Fidel, il Lider Maximo

Un altro pezzo di storia del '900 abbandona la scena. Venerdì prossimo, infatti, durante il congresso del Partito Comunista Cubano, il presidente Raul Castro dirà addio alla vita politica. Basta con riunioni fiume, decisioni importanti e soprattutto con il peso della gestione di un'isola che fatica da decenni a incanalarsi nella via della totale e completa emancipazione. Un protagonista assoluto della storia cubana, ma anche di quel sogno socialista che nel secolo scorso ha affascinato milioni di persone e molti Paesi.

Sempre un passo dietro al fratello Fidel, come un principe consorte che sa di non poter fare ciò che vuole, Raul durante la sua leadership ha posto in essere diversi cambiamenti a Cuba. Come le piccole aperture alla proprietà privata e all'imprenditoria. Ma anche agli investimenti stranieri.
Di sicuro, oltre ad essere stato uno dei maggiori protagonisti della rivoluzione dei 'Barbudos', Raul verrà ricordato per la stretta di mano con Barak Obama, allora presidente degli Stati Uniti, che decise di aprire a Cuba e allentare la morsa del bloqueo che stritolava l'isola da troppi decenni, di fatto escludendola dallo sviluppo economico che il mondo stava attraversando. Poi, dopo la fine del mandato presidenziale di Obama tutto naufragò. E Trump non fu dell'idea di continuare con il lavoro del suo predecessore. A dire la verità nemmeno Joe Biden, democratico presidente neo eletto ha già fatto sapere che Cuba non è una priorità della sua presidenza.