Esteri

Dall'Olanda la nuova ondata anti-Ue: boom del partito degli agricoltori

di Vincenzo Caccioppoli

Il partito nato nel 2019 fa leva sul grande malcontento dei settori produttivi per le politiche green dell'Ue, giudicate troppo radicali

Eppure, la guerra in Ucraina e la pandemia prima hanno reso fondamentale la sicurezza alimentare e il suo approvvigionamento. Peccato però che questa esigenza sia stata sacrificata in nome di un ambientalismo più di maniera ed ideologico, come quello di cui sembra essere pervaso il nature restoration law, che se approvato potrebbe voler dire la chiusura di decine di migliaia di piccole aziende del settore agricolo. Ed è proprio da qui che sono nati i primi movimenti di protesta di agricoltori e di pescatori in mezza Europa, che in Olanda sono cresciuti a dismisura, fino a formare il primo partito nazionale *in termini di consenso, in pochi mesi.

Gli obiettivi troppo ambiziosi dell'Unione europeo verso quella transizione verde potrebbe avere un effetto devastante sulle circa 10 milioni di aziende familiari del settore europeo. Solo le grandi aziende potrebbero, infatti, avere la forza e la possibilità di operare investimenti enormi per mettersi al passo con le richieste delle nuove politiche verdi imposte dalla Ue. Senza contare che poi l’agricoltura non è nemmeno il più grande emettitore di gas serra nell'UE. Le emissioni totali dell'agricoltura, infatti, equivalgono a meno di due terzi di quelle derivanti dalla produzione o dalla generazione di energia. 

Il milione e mezzo di voti raccolti dal BBB, sono un numero che rappresenta non solo la rabbia degli agricoltori (che nei paesi bassi sono circa 70.000) ma anche di tutti coloro che si rendono conto di come il Green deal europeo si stia rivelando un paravento ideologico, da utilizzare come strumento politico. Il BBB è stato creato all'indomani delle proteste su larga scala nel 2019 contro la proposta di regolamentazione del governo sui fertilizzanti a base di azoto, nonché altre politiche ambientali.