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Esteri
Draghi-Merkel, allineamento totale. Mario pronto a prendersi l'Ue post Angela

La strategia di Draghi e Merkel su Russia e Cina

Un altro capitolo su cui Draghi e Merkel sono d'accordo è quello relativo alla necessità di trovare una linea autonoma sui rapporti con Russia e Cina. La cancelliera è l'impersonificazione perfetta della capacità di tenere un doppio binario nelle relazioni con Mosca e Pechino, uno commerciale e uno politico. Affari sì, endorsement diplomatici no. Il contrario da quanto fatto da altri paesi europei, in primis proprio l'Italia, con l'ingresso nella Belt and Road Initiative.

Durante il Consiglio europeo la Merkel ha insistito di nuovo per riavviare il dialogo con Mosca, insistendo sulla necessità di non farsi intrappolare dagli Stati Uniti in una scelta di campo che può danneggiare in modo irrimediabile gli affari del Vecchio Continente. Quindi punto fermo sui valori ma niente chiusura alle opportunità commerciali. Una linea in cui Draghi crede.

Anche perché l'Europa non può fare a meno delle relazioni commerciali con Pechino, che presto diventerà la prima economia al mondo. Troppo importante e pesante quel mercato per tutta una serie di settori (in primis automotive, macchinari e lusso) per anche solo immaginare di poterne fare a meno. E attenzione anche alla Russia.  E' tra i 10 mercati digitali con maggiore crescita al mondo.

Il potenziale impatto della ripartenza commerciale Ue-Russia

Secondo Data Insight, nel 2020 ha fatto un balzo del +44% anche grazie all'effetto pandemico.  Complessivamente l'e-commerce russo tra il 2020 e il 2024 varrà 23,4 trilioni di rubli (310.752 miliardi di dollari), ma le aziende italiane attive nel settore sono ancora poche, nonostante il grande interesse dei consumatori russi verso il Made in Italy. Le sanzioni alla Russia sono costate, secondo Coldiretti, circa 1,3 miliardi di euro alle imprese italiane negli ultimi sei anni. Un riavvicinamento, quantomeno commerciale, tra Bruxelles e Mosca potrebbe portare a rilevanti benefici economici. 

Draghi è d'accordo con Merkel sul punto, e dopo il suo ritiro dei prossimi mesi potrebbe essere proprio lui, l'ex banchiere che non piaceva ai tedeschi, a raccoglierne il testimone (complici gli impegni elettorali del 2022 di Macron) per provare a guidare l'Ue verso l'agognata autonomia strategica.

 

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